Autore: Samuel

E-commerce che non vende? Questione di Branding!

Molti degli imprenditori che decidono di aprire un e-commerce per vendere online si ritrovano ad affrontare il problema delle zero vendite. Questo perché spesso ci si limita a:

  • Commissionare la realizzazione di un sito e-commerce.
  • Caricare i prodotti, curando anche poco la descrizione.
  • Abbassare un po’ i prezzi rispetto alla concorrenza.
  • Attivare i sistemi di pagamento, quasi sempre solo Paypal e bonifico.
  • Aprire una pagina Facebook dove pubblicare i prodotti.

Alcuni utilizzano Google Adwords e Google Shopping per le inserzioni a pagamento. Il problema è che le aspettative di vendita saranno decisamente più basse rispetto ai reali rendimenti.

Sempre ammesso che si abbia un modello di business che piace, questo accade a causa di un brand sconosciuto. Non esiste una storia del brand online. Nessuno ne parla, nessuno lo conosce, nessuno compra.

Ne abbiamo già parlato nell’articolo dedicato a quello che devi sapere prima di iniziare a vendere online con un e-commerce. I tassi di conversione inizialmente sono nell’ordine dello “zero virgola”, ammesso che si sia in grado di intercettare il giusto intento di ricerca e quindi portare traffico qualitativo sul sito.

Per aumentarli occorrerà lavorare di branding. Fare in modo che il marchio trasmetta dei valori e si posizioni nella mente dei consumatori è l’obiettivo reale da raggiungere. I fatturati seguiranno a ruota.

Naturalmente il problema del brand differisce a seconda dei casi presi in esame ma investire nel brand è sempre un’ottima strategia di marketing. Prendiamo in considerazione diversi casi.

Caso 1: negozio terrestre che inizia a vendere online

Possiamo assicurarti che se McDonald’s iniziasse a vendere online, i tassi di conversione sarebbero subito elevati. E non perché investirebbero capitali in web marketing ma perché hanno già effettuato un ottimo lavoro di branding.

Nel tempo, infatti, McDonald’s ha lanciato campagne pubblicitarie volte ad accostare il brand al concetto originale di fast food che lo rendono oggi leader di mercato. Cosa vuol dire? Vuol dire che quando le persone pensano al fast food viene in mente McDonald’s.

Naturalmente tutto questo è avvenuto negli anni. Una crescita lenta e costante. Ma adesso tutti conoscono McDonald’s e semmai le persone si ritroveranno nel loro e-commerce, acquisteranno con la fiducia che nel tempo la società ha costruito con la sua campagna di branding offline.

Questo accade anche per aziende meno conosciute della nota multinazionale dell’hamburger. Un esempio italiano è quello del negozio Luisa Via Roma che deve gran parte del tuo successo online al brand che negli anni il negozio ha costruito in tutta Italia.

Caso 2: un business nuovo di zecca

Questo è il caso più comune. Si ha un’idea, si analizza il mercato, la fattibilità, si sviluppa un modello di business, si crea un e-commerce e si va online.

La maggior parte delle volte però il problema si concretizza nel budget. Non tutti, infatti, hanno il capitale di Zalando e non possono permettersi di esporsi tanto quanto questi colossi, a volte in perdita strategica per anni per diventare leader di mercato.

Inutile ribadire che fare e-commerce è attività di impresa per cui prima di iniziare anche solo a pensare alla piattaforma da utilizzare per creare il sito web occorre mettere a budget il giusto capitale che serve per poter intraprendere l’attività. Senza budget oggi non puoi fare e-commerce.

Questo non significa che per avviare un e-commerce occorre avere il capitale di Zalando ma quantomeno quello necessario per affrontare almeno un anno di lancio nella nicchia di settore. È uno spreco totale di denaro quello della realizzazione di un sito e-commerce professionale per poi non avere il budget a sufficienza per veicolare traffico di qualità e crearsi un brand.

Caso 3: brand conosciuto ma poche vendite online

Può capitare ma il problema in questo caso è da ricercarsi altrove e non nel brand. Può essere di tutto, dal sito poco funzionale ai marketplace.

Capita, infatti, che se gli stessi prodotti vengono venduti su Amazon le persone preferiscono acquistarli da lì, proprio per l’immenso lavoro di branding che Amazon ha fatto, accostando al suo nome i valori acquisti in sicurezza e spedizioni molto rapide.

Se si possiede una catena di negozi può capitare che l’e-commerce venga utilizzato come un catalogo mentre le vendite si concretizzano principalmente presso gli store fisici.

Come iniziare a fare branding

La strategia migliore per iniziare a fare branding con l’obiettivo di aumentare le vendite online è quella basata sulla Digital PR. Occorrerà sfruttare la notorietà di influencer, riviste di settore, giornali online e quant’altro possa essere utile per far circolare il tuo marchio accostandolo al contempo a dei valori ben precisi.

Non basta, infatti, limitarsi a parlare di te. Occorre correlare precise caratteristiche al tuo marchio affinché tu possa posizionarti nella mente dei consumatori.

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Digital PR: significato, come funziona, a chi è rivolta, a cosa serve.

Oggi si sente molto più spesso parlare di digital PR, soprattutto tutti coloro sono in procinto di avviare una nuova attività sul web.

L’avvento del web ha radicalmente modificato sia il modo con cui le imprese comunicano che le strategie volte a promozionare e a valorizzare il marchio aziendale.

In questo articolo analizziamo gli obiettivi di questa forma di web marketing, a chi è rivolta, come si fa, chi ne dovrebbe far uso e differenza con la link building.

Digital PR: significato

Con il termine Digital PR si fa esplicito riferimento a tutte quelle attività strettamente attinenti alle pubbliche relazioni, strutturate e intrattenute nel contesto digitale.

In particolare trattasi di una branca dell’inbound marketing che raggruppa tutta una serie di tecniche il cui scopo è la diffusione del brand e la sua web reputation.

Viene eseguita da particolari professionisti del marketing, in gergo Digital PR Specialist, il cui ruolo è pianificare una strategia volta o a migliorare la reputazione aziendale o a rendere quanto più famoso possibile un brand.

Digital PR: obiettivi

I due principali obiettivi della digital PR sono branding e visibilità. In relazione al brand, occorre sottolineare come obiettivo primario di un’impresa quello di essere immediatamente riconoscibile.

Tutto parte a monte da un lavoro volto a garantire unicità e differenziazione dai competitor. E il brand, in questo caso, gioca un ruolo di cruciale importanza.

Ne consegue che tramite la Digital PR diventa importante centrare obiettivi che hanno il marchio per protagonista: brand awareness, brand reputation e brand identity.

Brand Awareness

Lo scopo della Brand Awareness consiste nell’incrementare il livello di notorietà e di visibilità del marchio accostandogli dei valori.

Il sogno di un’impressa è quello di raggiungere un livello di notorietà top of mind, vale a dire il primo a venire in mente nell’immaginario collettivo in relazione al settore di riferimento in cui si opera.

In altre parole diventare leader di settore, obiettivo molto complesso da raggiungere per qualsiasi tipologia di attività. Un’impresa locale attiva nel campo delle bibite analcoliche, infatti, molto difficilmente raggiungerà una Brand Awareness paragonabile a quella della Coca Cola.

A tal proposito, se sei curioso ti invitiamo a guardare il documentario Coca Cola vs Pepsi, una lotta a suon di public relations molto divertente ed istruttiva:

Brand Reputation

La sola notorietà del marchio non basta. Indispensabile, infatti, è anche consolidarne la reputazione, obiettivo che viene condotto con campagne di brand reputation.

Oggigiorno internet viene utilizzato dai consumatori per ricercare il livello di affidabilità di un’azienda prima di concludere un acquisto, special modo se importante.

Se l’immagine che ne viene fuori dal web è negativa a causa di recensioni di clienti insoddisfatti sparse presso blog, riviste online e siti di settore, verrà compromessa in modo diretta anche la decisione finale di un potenziale cliente che potrebbe desistere dall’acquisto, con un considerevole impatto sui fatturati.

La brand reputation è un argomento sensibile a qualsiasi tipo di attività, dalle più grandi catene ai piccoli ristoranti. Se sei un ristoratore ti invitiamo a leggere l’articolo riguardante la gestione della brand reputation in un ristorante.

Quindi più l’immagine aziendale sul web sarà positiva e maggiori saranno i benefici che l’attività otterrà nel tempo. La brand reputation è parte integrante delle attività di Digital PR.

Brand Identity

Il termine brand identity, o identità di marca, identifica tutto ciò che l’impresa vuole che i consumatori percepiscano utilizzando i propri prodotti. Una brand identity è formata da diversi elementi quali naming, logo, colori, sloga, mission, vision, packaging, ecc..

Differenziarsi dai competitor per dei fattori in particolare è di fondamentale importanza per ritagliarsi una posizione di mercato ed essere apprezzati in una nicchia di settore.

Definita l’identità occorre investire sulla sua robustezza sfruttando influencer di rilievo, youtuber e quant’altro in grado di aumentare l’autorevolezza del marchio.

Digital PR: a chi è rivolta

La Digital PR è indicata per tutti coloro che avviano una nuova attività online o che hanno intenzione di penetrare un mercato straniero inesplorato.

In particolar modo è rivolta a chi avvia un nuovo e-commerce. Le vendite online, infatti, sono le più influenzate da ciò che si dice del brand su internet. Quello che la maggior parte delle persone fa quando visualizza la pubblicità di prodotti a loro interessanti è quello di cliccarci sopra e leggerne le caratteristiche.

Se soddisfatti inizieranno a ricercare informazioni sul brand. Apriranno Google e ricercheranno parole chiave del tipo “nome marchio opinioni“, “nome marchio recensioni“ o semplicemente “nome marchio”.

Se nulla verrà restituito da Google, o se peggio ancora verrà restituita un’immagine negativa dell’azienda, inizieranno a subentrare sentimenti di incertezza e paura, tipici di quando si esplora un mondo sconosciuto. La maggior parte delle persone rinuncerà all’acquisto a tuo malgrado.

Contrariamente, invece, se a parlarne bene sono giornali e riviste autorevoli di settore, opinion leader e influencer. Le persone, infatti, sono molto più propense all’acquisto quando viene data, da terzi, la dimostrazione di serietà dell’azienda e qualità del prodotto ricevuto.

La digital PR è inoltre indicata anche per le aziende che godono di una cattiva reputazione. Mediante precise campagne è infatti possibile risollevare la web reputation e far tornare a splendere il marchio.

Digital PR: come funziona

Gli interlocutori della Digital PR sono tutti coloro che hanno le potenzialità di veicolare il messaggio del marchio, andando ad influenzare le opinioni ed i comportamenti d’acquisto a favore di un determinato prodotto/servizio.

Tocca all’agenzia di Digital PR, formata da professionisti incaricati di pianificare e di effettuare azioni di marketing volte a consolidare la visibilità del brand mediante attivazione e monitoraggio del passaparola online, intrattenere contatti con i blogger di settore, con gli opinion leader, con gli influencer, con i community manager e con i social media manager.

Oltre a video ed influencer, l’attività di native advertising e la pubblicazione di articoli e pubbliredazionali su testate online rinomate sono indispensabili per il raggiungimento del successo in quanto agiscono con molta più efficienza nell’ottica del lungo periodo e possono essere utilizzate in fase di trattativa con clienti o per aumentare il trust durante altre campagne di web marketing.

Digital PR e Link Building: differenze

Bensì alcuni mezzi utilizzati per la Digital PR, come la pubblicazione di articoli su siti web, possono essere utilizzati anche per attività di link building, quindi in ottica SEO, è l’obiettivo finale ad essere completamente differente.

Di fatto la Digital PR non può essere un’attività riconducibile alla link building e spesso le due vengono confuse. Anche la strategia di pubblicazione su una testata può seguire logiche completamente differente.

Mentre per la link building è di fondamentale importanza la presenza di un link esterno do-follow al sito web del cliente, per la digital PR potrebbe non essere necessario nemmeno il link.

Bensì sono più importanti attività svolte dalla testata per dare maggiore visibilità all’articolo: posizionamenti prolungati in home page, advertising interno, pubblicazione sui canali social gestiti dalla testata, invio newsletter, ecc..

Digital PR: come iniziare

Come prima cosa bisogna cercare un’agenzia web che sia in grado di offrire una consulenza di Digital PR. La nostra, ad esempio, lo fa e se sei interessato potrai contattarci per richiedere un preventivo gratuito.

Se sei interessato ad un servizio completo che comprende la gestione dell’immagine social, recensioni di influencer e pubblicazione di articoli, contattaci affinché possiamo essere in grado di analizzare il tuo business e farti capire cosa si può fare e che noi facciamo al caso tuo.

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Costo di un Sito Web: Ecco i fattori determinanti!

I costi di un sito web dipendono da innumerevoli fattori, quali le sue caratteristiche, se devono adempiere a particolari disposizioni di legge ed anche dall’esperienza e professionalità dello sviluppatore.

Non essendoci un albo che regolamenta questo settore, i costi per la costruzione di un sito web possono cambiare anche di parecchio. Si noterà, infatti, come un preventivo per la stessa tipologia di sito web possa avere prezzi anche molto differenti da una web agency all’altra.

Stessa tipologia però non significa stessa qualità ed attenzione per i dettagli, soprattutto quelli legati alla sicurezza informatica. È poco ma sicuro che un sito web economico non può per sua natura ricevere una mole di attenzioni elevate, in quanto vanificherebbe il profitto dell’azienda che lo produce.

“Quanto spendi, tanto appendi”, recita un noto proverbio. Prima di entrare nel vivo del discorso e parlare dei costi di realizzazione di un sito web ricorda che se il costo di un vero professionista può sembrarti elevato è perché non hai idea di quanto ti costerà quello di un incompetente.

E non obbligatoriamente in sicurezza ma soprattutto in costi quali: potenziali clienti che perdi, campagne di marketing costose, assistenze infinite, ecc..

Volendo rispondere subito alla domanda quanto costa costruire un sito web, se non hai tempo di leggere sappi che per un buon sito vetrina spenderai mediamente da 2.200 a 2500 euro.

Se il tuo intento è vendere prodotti e servizi online avrai bisogno di un e-commerce, il cui costo minimo si aggira intorno ai 3.400 euro fino a cifre davvero importanti, anche a 4 zeri!

Ma quali sono i fattori che determinano il costo di un sito web? Vediamoli insieme nel dettaglio.

Hai davvero bisogno di un sito web?

Ti sembrerà strano ma al mondo vi sono veri professionisti che lavorano online senza avere un sito web. Oggi internet fornisce servizi e strumenti che se utilizzati con parsimonia possono sostituire in toto la realizzazione di un sito web tradizionale.

Ad esempio se ti occupi di vendita di pannelli fotovoltaici o di ristrutturazioni, per acquisire clienti online molto probabilmente è più indicata una buona landing page che un intero sito web.

Se sei un fotografo puoi considerare l’idea di curare maggiormente il tuo personal branding utilizzando Instagram e Facebook e dare spazio alla tua creatività video su Youtube.

Ma allora i siti web sono obsoleti e poco efficaci? Assolutamente no!

In una strategia di acquisizione clienti il sito web ricopre tutt’oggi un ruolo di primaria importanza ma per riuscire nell’obiettivo occorre che a realizzarlo siano seri professionisti con esperienza, che sappiano:

  • Progettare le fondamenta del sito web in ottica SEO affinché il sito inizi a competere non appena richiederai la tua prima consulenza SEO.
  • Curare la comunicazione affinché sia persuasiva ed esaustiva nei confronti dei clienti che devono trovare in te la soluzione senza uscire dal tuo sito e andare sul quello di un concorrente.
  • Ascoltare le tue esigenze, identificare il profilo dei tuoi clienti e progettare l’evoluzione prossima del tuo business online.

A questo punto il sito web da costo diventa investimento, ovvero una spesa volta a generare ricchezza.

Un sito web sviluppato da chi vuole semplicemente accontentarti nell’estetica per ottenere il pagamento della commissione è quasi sempre un sito web che mai ti porterà risultati soddisfacenti.

La realizzazione di siti web professionali è tutt’altra cosa. Un sito web di successo è composto da tutta una serie di fattori che, contornati da una buona dose di web marketing, consentiranno alla tua attività di trasformare l’online in un pozzo di denaro.

Costo di un sito web: fattori determinanti

Analizziamo adesso i principali fattori che insieme determinano il costo di un sito web.

  1. Tipologia di sito web

Il primo fattore che determina il costo di un sito web è la sua tipologia, che ne riflette la sua complessità. Di che tipologia di sito web hai bisogno?

Devi vendere prodotti e servizi online? Se si hai bisogno di un e-commerce. In che modalità? Il classico carrello elettronico o sono servizi erogabili online in abbonamento?

Magari invece hai bisogno di un sito web che rappresenti al meglio la tua azienda, che mette in risalto quello che sai fare meglio dei concorrenti. O forse hai bisogno di un ibrido, ovvero un sito in parte aziendale ed in parte e-commerce.

Probabilmente hai solo delle idee o forse stai pensando a delle caratteristiche di cui magari pensandoci bene non hai nemmeno bisogno.

Per questo è importante rivolgersi ad un’agenzia web seria in grado di dedicarti un consulente con cui discutere bene la fase di pre-sviluppo.

Il consulente deve sposare il tuo progetto, immedesimarsi nella tua azienda come se fosse la sua, analizzare grazie alla sua esperienza le possibili evoluzioni, i problemi che potrebbero riscontrare gli utenti e fornirti delle soluzioni valide che possano trovare riscontro nel tuo budget.

E perché no, dissuaderti anche dalla realizzazione del sito web se secondo lui non possiedi attualmente i requisiti per poter avviare un’attività online di successo, impedendoti così di sprecare soldi inutilmente.

  1. Analisi competitor e ottimizzazione SEO

Uno degli ingredienti di un sito web di successo è senza dubbio l’ottimizzazione dei contenuti ai fini di un miglior posizionamento sui motori di ricerca.

Comprende sia l’ottimizzazione delle pagine a livello di tag HTML che di contenuti testuali fin anche alla stesura di un piano editoriale e di pubblicazione di articoli ottimizzati su un eventuale blog.

In ogni caso qualsiasi tipo di ottimizzazione SEO on site prevede a monte un’analisi dei competitor, ovvero verificare chi sono i tuoi concorrenti sul web, identificare le keywords con le quali sono meglio o peggio posizionati e realizzare un piano di attacco.

Un’ottimizzazione SEO on site di base è fortemente consigliata in quanto già da sola donerebbe risultati non indifferenti, special modo se si tratta di un’attività locale e con poca concorrenza.

Naturalmente sia l’analisi dei competitor sia l’ottimizzazione di ogni singola pagina del sito web richiede un maggior dispendio di tempo e l’introduzione di figure diverse dal programmatore, con un impatto sui costi finali di circa 80 euro a pagina.

  1. Comunicazione curata da un copywriter

Molte agenzie lasciano che siano i clienti a scrivere i testi del sito web. Questo è un errore gravissimo.

Se è vero che nessuno conosce meglio del cliente la sua attività, è vero anche che il cliente non è la figura professionale adatta a scrivere per il web per i seguenti motivi:

Non conosce le dinamiche SEO;

Sconosce le regole fondamentali del copywriting volte alla conversione dell’utente;

Non considera che un utente mobile ha esigenze temporali diverse da un utente desktop;

Cronologicamente non imposta i testi nel giusto ordine e non mette in risalto i punti di forza reali per i consumatori.

Tutto questo noi lo sappiamo e siamo consoni richiedere al cliente testi che servono a meglio comprendere i servizi ed i prodotti della propria attività. I testi saranno successivamente riadattati per essere performanti.

Naturalmente è possibile ricevere un’ulteriore ottimizzazione, fondamentale in particolar modo per le landing page: l’intervento di un copywriter esperto.

Il lavoro del copywriter è spesso sottovalutato ma è quello che, special modo in fase di web marketing, fa la differenza tra un’attività che funziona e una che eccelle.

Naturalmente è una figura professionale e come tale il suo tempo va retribuito, con un impatto sui costi finali.

  1. Sviluppo di funzionalità personalizzate

Senza dubbio questo è il fattore che più di tutti incide sul costo finale. Si tratta dello sviluppo di plugin su misura che non esistono sul tuo sito web e introvabili in commercio.

In questo caso i programmatori analizzeranno il problema e produrranno delle specifiche tecniche a cui adeguarsi per lo sviluppo del software. All’accettazione delle specifiche verrà inviata la quotazione commerciale dell’intervento.

Il costo in questo caso è impossibile da determinare. Può variare da poche centinaia di euro fino a diverse migliaia, tutto direttamente proporzionale alla complessità ed alla responsabilità del lavoro da realizzare.

  1. Servizi accessori

In questo caso si tratta dell’aggiunta di plugin e software di terze parti che si trovano in commercio e che espandono le funzionalità del tuo sito web. Ad esempio:

  • Live chat per un’assistenza clienti in tempo reale;
  • Popup per offerte o per la raccolta dati;
  • Integrazione di un servizio di newsletter;

ecc…

I costi variano in funzione del costo stesso del software da acquistare e della sua complessità di configurazione. Nella maggior parte dei casi si tratta di implementazioni che rientrano nell’ordine del centinaio di euro.

  1. Design

La grafica del sito web è un altro aspetto fondamentale. I costi variano sostanzialmente in base alle seguenti scelte:

Utilizzo di un design da riadattare ma già disponibile in commercio, ovvero un template da acquistare;

Montaggio di un design realizzato da un grafico web del cliente;

Realizzazione e montaggio di un design su misura.

I punti sono stati elencati in ordine dal meno costoso al più costoso. Mentre il primo punto è già incluso nei costi, i rimanenti due punti vanno sempre quotati a parte in quanto dipendono da:

Complessità del montaggio e numero di pagine da montare (punto 2);

Tempo di realizzazione della grafica, studi dietro la realizzazione (studio dei colori, delle interfacce, dei font da usare, ecc..) e montaggio (punto 3).

  1. Esperienza dello staff e tassazione

Affidarsi ad uno staff esperto, in particolar modo ad un’agenzia web esperta, è senza dubbio la scelta migliore se si vuole puntare ad avere un ottimo prodotto ma soprattutto la sicurezza di un’assistenza.

Spesso per risparmiare ci si affida a studenti che, pur di iniziare, realizzano lavori a costi molto più bassi di quelli di mercato. Il problema in questo caso sta nell’affidabilità dello sviluppatore e nei tempi di consegna.

Sei sicuro di voler affidare il tuo business ad una figura che oggi c’è e domani non si sa e che, per via della mancata esperienza, potrebbe commettere errori che un domani potrebbero verificarsi fatali? Ad esempio:

  • Errori grossolani di sicurezza informatica che danneggerebbero l’immagine della tua azienda
  • Errori di usabilità che non consentono ai tuoi clienti di navigare bene il sito
  • Scelta di un hosting web errato in funzione delle tue buyer personas
  • Assenza di politiche di disaster recovery

ecc…

Naturalmente i costi di un’agenzia web sono sempre maggiori a quelli di un freelancer o di uno studente alle prime armi, in particolar modo dovuti anche all’elevata tassazione a cui le imprese italiane sono sottoposte.

Ciononostante se vuoi la serenità di un business stabile e di un supporto sicuro e duraturo nel tempo, la tua scelta deve ricadere in un’agenzia web.

  1. Costo di manutenzione di un sito web

I costi di un sito web non si fermano alla sola realizzazione. Un sito internet presenta infatti dei costi di manutenzione all’anno che variano a seconda di diversi fattori. Vediamoli insieme.

  1. Hosting web e dominio

L’hosting provider è il fornitore dello spazio web su cui il sito internet risiederà “fisicamente”. I costi sono su base mensile ma la formula più utilizzata è sicuramente quella su base annuale.

Il prezzo dell’hosting varia da fornitore a fornitore a seconda della tipologia di hosting a scelta tra server condiviso, server virtuale VPS, server dedicato o cloud, e naturalmente anche a seconda dei servizi inclusi.

Ogni provider decide se includere o meno servizi come backup automatici (leggi l’articolo di guida ai backup), antivirus, pannelli di controllo su licenza, installer di applicazioni, migrazioni gratuite, ecc.

Il costo dipende pure dallo spazio, dalla RAM e dalla banda dedicata che il fornitore garantisce come servizio. Vi sono fornitori, inoltre, che realizzano dei pacchetti di hosting più adatti a determinate piattaforme come WordPress e Prestashop.

Altra cosa da non sottovalutare è l’assistenza. Un fornitore che mette a disposizione un’assistenza 24 ore su 24, anche telefonica, sostiene dei costi maggiori di quello che la concede solo via email.

Anche in questo caso troviamo hosting da 10 euro annui e hosting da centinaia di euro al mese. L’hosting va scelto in funzione della tipologia di sito e del traffico web che deve sostenere.

Altro costo legato solitamente all’hosting è quello del dominio, ovvero il nome del sito web con la sua estensione (.it, .com, .net, ecc.). I costi del dominio variano a seconda dell’estensione del provider ma solitamente si aggirano tra i 5 e i 10 euro annui.

  1. Caselle di posta elettronica

Il servizio di posta elettronica è quasi sempre incluso in un piano di hosting condiviso. A volte però è necessario disporre di un server mail separato. Sia che si decida di installare un server mail custom che di acquistare il servizio da aziende terzi, bisogna sostenere dei costi.

In questo caso i costi si aggirano intorno ai 2 euro al mese per singola mailbox, vale a dire per singola casella di posta.

  1. Licenze di template e plugin

Oggi si fa largo uso di piattaforme CMS open source come WordPress che possono essere potenziate mediante l’integrazione di template e plugin, ovvero dei software di terze parti che consentono di personalizzare il sito web integrando funzioni altrimenti molto costose.

Sebbene sia possibile trovare plugin e template gratuiti sul web, molti di questi sono (giustamente) concessi a pagamento su licenza. Acquistando la licenza, di solito rinnovabile di anno in anno, ci si assicura di ricevere gli aggiornamenti.

Quindi ai costi sopra citati vanno aggiunti quelle delle licenze. Solitamente il costo di un template si aggira dai 50 ai 100 euro mentre il costo di un plugin può variare di molto, da 20 fino anche a 200 euro annui.

  1. Aggiornamenti e manutenzioni varie

Rientrano nella cerchia dei costi annuali quelli di manutenzione ordinaria, vale a dire aggiornamento dei plugin, aggiornamento del sistema così come la risoluzione di errori tipici o l’integrazione di nuove pagine e contenuti.

Il costo varia da consulente a consulente, ed in questo caso è impossibile dedurlo visto che dipende strettamente dal quantitativo orario di consulenze e/o dai servizi inclusi.

Costo di un sito web: come averlo con certezza

Dulcis in fundo la domanda rimane: quanto costa con esattezza un sito web?

Avrai capito che il costo dipende da molti fattori e che non esiste un prezzario volto a standardizzarli. Hai anche capito che per realizzare un sito web di successo occorre anche un team di professionisti di esperienza su diversi campi, dallo sviluppo al copywriting.

L’unico modo per sapere con certezza quanto costa realizzare il tuo sito web è richiedere un preventivo. Noi te lo facciamo gratis.

Un nostro consulente esperto si metterà in contatto con te per comprendere le tue esigenze e proporti la soluzione tecnologia ed economica più efficiente per raggiungere i tuoi obiettivi.

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Come vendere Prodotti Tipici Online

La vendita di prodotti tipici online come miele, agrumi, formaggi, vini e salumi è un trend in costante crescita, in particolar modo nei mercati stranieri. Il Made in Italy, infatti, è da sempre considerato un marchio di qualità ben retribuito.

Basti pensare che la sua applicazione all’estero determina un aumento del costo al dettaglio dei piatti anche del 40%. I prodotti tipici italiani sono talmente richiesti che numerose sono le loro contraffazioni.

Se anche tu vuoi immergerti nel mondo della vendita agroalimentare e vuoi iniziare un percorso di vendita di prodotti tipici italiani su internet, stai leggendo l’articolo giusto.

Scoprirai quali sono i passi per aprire un e-commerce per la vendita di prodotti tipici sul web ed alcune delle tecniche di web marketing che non devono mancare nel tuo piano strategico per il raggiungimento del tanto desiderato successo.

Aprire un e-commerce di prodotti tipici: i passi da compiere

Analizziamo insieme quali sono i passi da compiere per l’apertura di un e-commerce professionale, ovvero un sito web di successo tarato su misura per la vendita di prodotti alimentari online.

Analisi di mercato e business plan

Se la tua idea non è su carta non è un’idea valida. Questa è la citazione più tipica dell’imprenditoria, e come darle torto? Prima di investire in un qualsiasi business occorre sempre effettuare un’analisi di mercato ed un business plan. Perché?

L’analisi di mercato ti consentirà di sapere se online c’è richiesta dei prodotti che intendi vendere, o nel caso in cui tu non sappia ancora cosa vendere ti consentirà di individuare i prodotti più ricercati. Non sai farla? Nessun problema, richiedi una consulenza in web marketing per ottenerne una professionale.

Il business plan ti consentirà di stimare le entrate in funzione di quelle che saranno le uscite. È molto importante che tu sappia che il settore del food online, ed in particolare quello dei prodotti tipici, è uno tra i più competitivi.

È errato pensare che un e-commerce costi meno di un negozio fisico. Fosse realmente così, noi esperti del web oggi saremmo tutti ricchi. Se aprire un negozio fisico comporta una spesa iniziale di 15-20.000 euro più un affitto, che può variare da 800 fino anche a 5000 euro al mese, un negozio online non è da meno.

Vi sono infatti dei costi di sviluppo e marketing (soprattutto marketing) che non vanno sottovalutati e vanno inseriti nel business plan per individuare il costo del prodotto al dettaglio.

Un e-commerce di modeste dimensioni non ha un costo eccessivo di base ma farlo funzionare richiede impegno, costanza e denaro da devolvere alle attività di web marketing.

Online abbiamo il vantaggio di poter abbattere le limitazioni geografiche e di poter effettuare cambiamenti all’architettura del nostro negozio a costi decisamente minori e molto più velocemente.

Di contro abbiamo una concorrenza maggiore data anche da multinazionali, motivo per cui per vincere online è importante non essere generalisti bensì rivolgersi ad una nicchia.

Individuazione di una nicchia di mercato

Nel settore del food online è di fondamentale importanza distinguersi dalla concorrenza e ritagliarsi una nicchia di mercato.

La scelta della nicchia è quasi sempre favorita dall’analisi di mercato di cui abbiamo parlato al paragrafo precedente. Individuata la nicchia occorre distinguersi dalla concorrenza. Ci si può distinguere in diversi modi: dalla forma del prodotto, dal packaging, dalla dieta (vegan, ecc..), dal supporto, ecc..

L’importante è trovare un fattore di unicità che ci differenzia e che ci farà scegliere dalle nostre buyer personas, ovvero il cliente tipo.

Effettuare accordi con fornitori e corrieri

Altra cosa da non sottovalutare sono i fornitori. Rivolgiti solo a fornitori affidabili che sappiano indicarti con massima precisione la stagionalità del prodotto, gli ingredienti, eventuali requisiti particolari e le loro capacità e capienze produttive.

Essere in grado di comunicare al cliente la storia del tuo prodotto, la provenienza e tutte le sue caratteristiche, in particolar modo quelle benefiche, è di fondamentale importanza per il successo di una vendita.

Altra cosa molto importante è definire il corriere o i corrieri che si occuperanno delle spedizioni. Dovrai scegliere un servizio di trasporto adeguato alla merce che vendi per garantire la freschezza e la conformità del prodotto.

Ad esempio per la spedizione di prodotti surgelati dovrai scegliere un corriere che dispone del servizio della catena del freddo come:

  • MBE Spedizione Refrigerata;
  • DHL Spedizione a Temperatura Controllata;
  • FedEx Catena del Freddo;
  • ARCO Spedizioni;
  • Servizio TruckPooling Refrigerato;

L’imballaggio deve essere curato nei dettagli. È importantissimo che il prodotto arrivi a destinazione integro e privo di difetti. A tal proposito utilizza box in polistirolo espanso o, in caso di invio di prodotti che lo richiedono, scatole termiche e ghiaccio sintetico.

Avere tutti i requisiti di legge

Per vendere online prodotti alimentari dovrai essere in regola con i requisiti previsti dalle leggi italiane per la vendita e somministrazione di alimenti e bevande. È importante avere almeno uno dei seguenti requisiti:

  • Aver frequentato un corso professionale per il commercio, la preparazione o la somministrazione degli alimenti;
  • Avere prestato la propria opera, per almeno due anni, nel quinquennio precedente, presso imprese del settore alimentare.
  • Avere un diploma o laurea di un corso di studi che prevede materie attinenti a commercio, preparazione o somministrazione di alimenti;

Questi sono tutti requisiti richiesti dall’Art. 71, comma 6 del Decreto legislativo 26 marzo 2010, n. 59 e dalle leggi emanante dal comune in cui definirai la sede del tuo e-commerce.

Ricorda inoltre di preparare un manuale HACCP di autocontrollo alimentare che dovrai fornire dell’ASL in caso di eventuali controlli (art. 6 D.Lgs 193/2007).

In ogni caso è buona norma rivolgersi ad un legale competente ed aggiornato che ti saprà fornire tutte le indicazioni del caso in quanto i requisiti potrebbero variare per la vendita di prodotti in ambito comunitario o extra UE.

Realizzare un e-commerce professionale

A questo punto sei pronto per rendere reale la tua idea ben funzionante su carta e supportata dai numeri. Ed ecco che iniziano i primi problemi: quanto costa realizzare un e-commerce?

Un e-commerce tecnicamente altro non è che un sito web il cui costo dipende da innumerevoli fattori che abbiamo già trattato nell’articolo riguardante il costo di un sito web.

In realtà si tratta di un sito web decisamente più complesso che per risultare efficace in termini di vendite deve seguire delle regole ben precise di comunicazione e design.

Quante volte ti è capitato, ad esempio, di voler acquistare un prodotto online e di esserti arreso a causa di un processo di acquisto troppo lungo e complesso?

Oppure quante volte ti è capitato di voler acquistare un prodotto e di aver abbandonato immediatamente l’idea a causa del sito molto lento, di metodi di pagamento non sicuri o di un sito confusionario?

Questi e molti altri problemi sono spesso la causa del fallimento di un buon marketing. Sappi che puoi dare la migliore visibilità del mondo al tuo negozio online ma se risulterà complesso da navigare non solo venderai pochissimo ma la maggior parte delle volte non rientrerai nemmeno delle spese.

Vuoi un e-commerce che vende? Allora affida la sua realizzazione solo a veri professionisti. Richiedici oggi stesso un preventivo per sapere quanto costerà il tuo e-commerce. Un vero esperto entrerà in contatto con te per conoscerti, comprendere il tuo business ed offrirti una soluzione.

Effettuare un book fotografico dei prodotti

Se stai pensando di realizzare le fotografie dei prodotti da inserire nell’e-commerce con il tuo smartphone, sei già con un piede nella fossa.

L’abito fa il monaco in particolar modo per i prodotti alimentari e di abbigliamento. Se vendi prodotti forniti da un fornitore, fatti inviare il corredo fotografico con le dovute autorizzazioni commerciali.

Se sei tu stesso il fornitore, fai effettuare delle fotografie professionali dei prodotti da un fotografo vero, in diverse prospettive. È sempre bene avere una foto del fronte del prodotto confezionato, una foto del prodotto aperto ed un’altra del prodotto nel suo tipico utilizzo.

Vendita di prodotti tipici online: Italia o estero?

È meglio vendere in Italia o all’estero? Quando si tratta di prodotti tipici è molto importante dare una risposta a questa domanda.

Naturalmente deve essere una risposta supportata dai numeri dell’analisi di mercato, ma un ragionamento va fatto pure sulla modalità tipica di accesso a tali prodotti dai consumatori italiani.

Partiamo dal fatto che, a parte per alcuni prodotti artigianali, gli italiani riescono con molta facilità ad accedere ai prodotti tipici di ogni regione senza ricorrere all’acquisto online.

Se abiti a Milano sarà complesso per te acquistare un cannolo siciliano originale o un babà napoletano ma di sicuro non avrai problemi ad acquistare le arance rosse di Sicilia o le cipolle di Tropea.

Quindi mentre per i prodotti artigianali avere un e-commerce online rivolto agli italiani può rispondere a precise esigenze, ovvero accedere al prodotto originale, per i prodotti tipici è più complesso per via della loro già attiva distribuzione.

Questo naturalmente non accade all’estero. Mentre è più semplice in Paesi stranieri trovare l’arancia di Sicilia è sicuramente meno diffuso il barattolino di nduja calabrese ben confezionato o l’originale pistacchio di Bronte.

Quindi se stai pensando di aprire il tuo negozio online di prodotti tipici inizia ad indagare i mercati stranieri. Resterai affascinato dalle opportunità.

Naturalmente per poter operare in mercati stranieri il tuo e-commerce dovrà essere sviluppato in modalità multilingua. La traduzione dei testi dovrà essere realizzata da un madrelingua e revisionata da un esperto del settore food. Non lasciarti impressionare: sono tutti servizi offerti da aziende di traduzione online.

Come vendere prodotti tipici online: tecniche di web marketing

Adesso che hai il tuo e-commerce professionale online, bello da vedere, facile da utilizzare e soprattutto veloce, non ti resta che farlo visitare dalle persone giuste.

Chi sono le persone giuste? Ovviamente coloro che sul web stanno ricercando i tuoi prodotti. A dirlo sembra facile ma intercettare le persone pronte ad acquistare e fare in modo che acquistino da te invece che dalla concorrenza è tutt’altro che semplice.

Questo è un altro di quei compiti che va effettuato solo da esperti di web marketing che sanno pianificare le campagne, monitorare i risultati e condurle al successo.

Vediamo adesso alcune tecniche che potresti utilizzare per promuovere i tuoi prodotti online.

Blog di ricette

Un blog di ricette è una soluzione interessante e non scontata.  Le ricette sono molto ricercate dagli utenti, sia italiani che stranieri. Per aumentare le possibilità di convertire un lettore in acquirente vi consigliamo di realizzare solo ricette che fanno uso dei vostri prodotti, permettendo al cliente di comprarli tutti insieme o singolarmente.

Per essere efficaci le ricette vanno scritte da un copywriter in grado di entusiasmare il lettore ma che allo stesso tempo risponda in modo efficace ai motori di ricerca, per meglio posizionarle su Google in caso di campagna SEO in corso.

Saranno ancor più efficaci se oltre al testo è possibile allegare un video, trasformando di fatto la ricetta in una video ricetta. In questo caso è bene che il video venga girato in una cucina professionale.

Youtube

Youtube è un canale di intrattenimento molto efficace per la promozione di prodotti alimentari. In una strategia di web marketing può essere utilizzato sia per presentare i prodotti che per promuoverli con veri e propri video pubblicitari.

Mentre la seconda soluzione richiede l’intervento di un team molto esperto, la prima è di più facile accesso. La realizzazione di un video che racconta la storia del prodotto può essere molto efficace sugli appassionati.

È una soluzione indicata soprattutto per prodotti pregiati come i vini o la birra artigianale. Un video che mostra la preparazione del vino, dalla cura dei vigneti, alla vendemmia fino all’imbottigliamento può essere molto coinvolgente e indurre all’acquisto.

Google Adwords e Facebook Ads

Sono senza dubbio le due sorgenti di traffico più utilizzate nel mondo dell’advertising. Il primo consente di intercettare la cosiddetta domanda consapevole mentre il secondo la domanda latente.

Non sai di cosa stiamo parlando? Per domanda consapevole si intende un bisogno espresso dall’utente. Pensa a quando vuoi comprare un paio di scarpe. Cosa fai? Vai su Google, digiti la frase chiave – ad esempio scarpe nike air uomo nere – e clicchi su uno dei risultati di ricerca attinente.

Hai espressamente indicato a Google il tuo bisogno, ovvero quello di voler navigare siti web che vendono scarpe nere, di marca Nike e modello Air.

Google Adwords consente di intercettare questo tipo di ricerche e mostrare tra i risultati di ricerca su Google un annuncio che mostra il tuo prodotto insieme a quello dei concorrenti. Qualora l’utente dovesse cliccare sul tuo annuncio, visiterà la scheda prodotto e probabilmente concluderà l’acquisto.

Su Facebook, invece, non ci si rivolge a coloro che hanno un bisogno espresso in quanto non essendo un motore di ricerca, Facebook viene utilizzato come passa tempo o comunque come intrattenimento.

Ciononostante Facebook raccoglie sui suoi utenti una mole innumerevole di informazioni che consentono di tracciare un profilo ben preciso. Grazie a queste informazioni Facebook sa se sei una persona interessata ad un argomento piuttosto che ad un altro.

Tutte queste informazioni vengono messe a servizio degli inserzionisti. Quindi è possibile realizzare delle campagne promozionali che si rivolgono a persone che potrebbero avere un interesse verso il nostro prodotto o servizio.

La differenza è notevole. Mentre nel primo caso la persona ha un bisogno che deve risolvere (quello di comprare le scarpe), nel secondo ha solo un interesse e non è detto che sia interessato ad acquistare il prodotto nel momento in cui visualizza il nostro annuncio.

Quindi la strategia su Facebook è differente. Può essere utilizzato per la vendita di prodotti ma con strategie decisamente più lunghe. Può essere utilizzato anche per far branding, ovvero associare ad un prodotto il marchio della nostra azienda, un po’ come per gli spot televisivi.

Remarketing

Siamo sicuri che più volte ti è capitato di visitare un e-commerce, magari aggiungere il prodotto nel carrello e poi non completare l’acquisto per motivi di complessità, di tempo o perché non eri ancora del tutto convinto.

Poi navigando sui social network o su altri siti ritrovi la pubblicità che ti mostra lo stesso identico prodotto, con il marchio di quel negozio. E questa pubblicità ti perseguita fino a quando, raggiunta la tua maturità commerciale, ci cliccherai sopra e completerai l’acquisto.

Questo tipo di pubblicità si chiama remarketing, o retargeting se il mezzo utilizzato per mostrarla è Facebook.

Se fatto bene il remarketing consente di riprendere tutti quelli utenti che hanno compiuto 9 passi su 10 ma che per qualche motivo non hanno compiuto l’ultimo, quello dell’acquisto.

Studi dimostrano come il remarketing consente di aumentare il rendimento di una campagna pubblicitaria anche del 30%. Non sai farlo? Leggi la guida al remarketing su Facebook.

Digital PR

La digital PR è quella tecnica di web marketing il cui scopo è aumentare il prestigio di un marchio pubblicando articoli che parlano di esso su prestigiose testate giornalistiche o su portali online verticali ai prodotti e servizi dell’azienda.

È molto utile sia a fini SEO che per penetrare un mercato, special modo se straniero. Aiuta ad aumentare l’autorevolezza. Se giornali importanti parlano di te vuol dire che importante sei anche tu.

 

I loghi delle testate vengono poi pubblicati su un’area parlano di noi o stampa del sito e-commerce affinché l’effetto marchio importante faccia effetto pure sui visitatori che non hanno mai sentito parlare della tua azienda.

In quest’ultimo caso l’obiettivo è far subentrare un bel dilemma psicologico: se testate importanti parlano della tua azienda ma io potenziale cliente non ti conosco, sono io poco informato e non tu poco noto.

Conclusione

Vendere prodotti tipici online è soddisfacente e allettante. Naturalmente come per tutti i settori competitivi occorre avere una buona strategia di base da seguire per il raggiungimento del successo.

Se anche tu vuoi iniziare a vendere prodotti alimentari online e vuoi affidarti a degli esperti, contattaci pure per parlare con un nostro consulente e richiedere un preventivo gratuito. Saremo lieti ed onorati di assisterti per la tua nuova avventura imprenditoriale.

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Come promuovere un ristorante su Facebook

Benvenuto a quest’altro appuntamento sul tema marketing della ristorazione. Oggi parleremo di social network, in particolare affronteremo come promuovere un ristorante su Facebook.

Facebook è senza dubbio il social network più utilizzato al mondo. Un ristorante non può non disporre oggi di una pagina Facebook.

La gestione di una pagina Facebook però non può essere improvvisata. I suoi contenuti devono essere progettati con cura per raggiungere gli obiettivi prefissati nel piano marketing del ristorante.

Come pubblicizzare un ristorante su Facebook step by step

Vediamo tutti gli step da seguire per pubblicizzare un ristorante su Facebook con successo, senza commettere errori che potrebbero compromettere fatalmente l’immagine dell’intera attività.

Completare tutte le informazioni nella pagina

Al momento della creazione di una pagina Facebook vengono richieste delle informazioni che spesso vengono ignorate ma che sono importantissime per un’attività commerciale.

  • Occorre senza dubbio compilare per bene le informazioni riguardanti:
  • Dati di contatto
  • Posizione geografica
  • Descrizione del ristorante, indicando mission, format e punti di forza
  • Sito web

Tutte queste informazioni devono essere allineate con la pagina Google My Business oggetto della strategia di Local SEO del ristorante.

Inserire una call to action

Una volta aggiornate le informazioni sull’attività, occorre inserire una call to action, ovvero configurare il pulsante che si trova in alto a destra sotto l’immagine di copertina. La call to action più indicata per un ristorante è senza dubbio della prenotazione.

È possibile utilizzare o il sistema di prenotazione gestito dallo stesso Facebook oppure inserire un link ad una pagina del sito web. Nel caso in cui si utilizzi TheFork è consigliato collegare il suo booking engine gratuito, sia sulla pagina che sul sito web.

In questo modo tutte le prenotazioni saranno centralizzate in un unico sistema evitando spiacevoli inconvenienti di overbooking.

Aggiornare frequentemente l’immagine di copertina

A questo punto occorre sviluppare il corredo grafico dell’intera pagina, vale a dire:

  • Logo per l’immagine del profilo.
  • Una immagine di copertina efficace ottimizzata per mobile e con su riportate le informazioni di contatto e il format del ristorante.

L’immagine di copertina è molto importante in quanto occupa un grande spazio all’interno della pagina Facebook e quindi va sfruttata con parsimonia per dare ampia visibilità alle informazioni più importanti del ristorante.

Occorre aggiornala di frequente riportando l’evento o la promozione imminente con una freccia indicante la call to action da cliccare. In questo modo chiunque visualizzerà la pagina resterà sempre aggiornato sugli ultimi avvenimenti del ristorante.

E non solo! Post come immagini vengono mostrati ad un numero più ampio di fan su Facebook, ergo hanno una maggiore reach rispetto ad un post con link e quindi vanno sfruttati di conseguenza.

Pianificare l’attività giornaliera

Adesso che le basi della pagina sono pronte occorre definire l’attività di pubblicazione per almeno i prossimi 6 mesi, vale a dire:

  • La tipologia di post da pubblicare.
  • La frequenza di pubblicazione.
  • L’orario di pubblicazione.

Per affrontare con successo questa fase è consigliato realizzare un book fotografico professionale formato da:

  • Foto di ogni piatto del menu da 3 angolature diverse.
  • Foto del locale, interni ed esterni.
  • Foto dello staff al lavoro.
  • Foto dello staff felice tutto insieme.

Queste foto saranno utilizzare dal social media manager della pagina Facebook per iniziare a programmare post ed incentivare i lettori a commentare e condividere, aumentando di fatto l’audience del post.

Ad inizio anno è sempre buona cosa pianificare anche le promozioni in vista degli eventi più importanti dell’anno, vale a dire:

  • San Valentino
  • Pasqua
  • Natale
  • Capodanno
  • Ferragosto

ed altri ancora. Aver tutto ben pianificato ad inizio anno consentirà ai grafici pubblicitari di iniziare a realizzare l’immagine di copertina da sostituire alcuni giorni prima dell’evento e di programmare l’auto-pubblicazione dei post per questi particolari eventi.

Il tempismo è tutto. Avere tutti gli ingredienti pronti ti consentirà di affrontare il lavoro con molta più serenità senza doverti preoccupare delle scadenze, esattamente come uno chef con la sua linea.

Pubblicare post emozionali

Oggi più che mai i piatti devono trasmettere emozioni. Con l’avvento di programmi televisivi come Masterchef, i clienti hanno un’aspettativa più alta di un piatto rispetto a diversi anni fa.

Mentre prima poteva bastare il gusto, adesso la presentazione del piatto ha un ruolo fondamentale. In particolar modo sui social, dove non è possibile per ovvi motivi far leva sul senso del gusto, è sull’estetica che bisogna puntare per incentivare commenti e condivisioni.

Per questo motivo è molto importante realizzare un book fotografico del menu, dove devono risaltare:

  • Pulizia del piatto
  • Contrasti di colori
  • Impiattamento corretto

Se il piatto si mangia con gli occhi allora è un candidato ideale per essere utilizzato sui social network. Di seguito riportiamo due esempi di fotografie riguardanti lo stesso piatto. Il primo è uno scatto amatoriale e l’altro professionale.

Secondo te quale dei due suscita più emozioni positive agli occhi dei clienti su Facebook, scatenando una voglia di andare al ristorante per mangiarlo?

  • Foto piatto non professionale
  • Foto piatto professionale, gourmet

Ma non sono solo le foto dei piatti a suscitare emozioni nei clienti. Un ruolo molto importante è dato dallo staff. In mano ad un bravo social media manager, una fotografia in grado di riuscire a trasmettere simpatia, divertimento e cordialità può tramutarsi in una vera e propria inserzione per attirare nuovi clienti.

Staff contento

Stessa cosa vale per le foto ritraenti clienti felici all’interno del locale, soprattutto quelli fidelizzati che è possibile taggare per ottenere una audience maggiore.

Cliente soddisfatto

Ricordati che in particolar modo su Facebook sono in molti ad avere la “lingua larga”. Se pubblicherai solo ed esclusivamente messaggi e fotografie emozionali, i commenti non potranno che essere positivi.

Pubblicare recensioni positive

Le recensioni positive sono sempre un ottimo contenuto auto-promozionale. Di recensioni positive se ne possono ricevere in canali diversi da Facebook: Google, TheFork, TripAdvisor, ecc..

Ogni qual volta un cliente rilascia una recensione particolarmente positiva, è consigliato effettuare uno screenshot e pubblicare la recensione su Facebook con un bel messaggio di accompagnamento e ringraziamento per il duro lavoro che ogni giorno impiega tutto lo staff del ristorante per offrire un servizio di qualità.

Aumentare l’engagement dei clienti

Rendere i clienti partecipi dell’attività del ristorante è il vero obiettivo di un social media manager in questo settore. Come vedrai successivamente non è tanto il numero di like/follower ad essere importante per la pagina Facebook di un ristorante, bensì l’interattività dei post con i clienti. In gergo engagement.

Sperimenta nuove idee che divertono i tuoi clienti. Se gestisci una birreria potresti creare dei contest dove chi raggiunge il più alto numero di condivisioni di un post della tua pagina vince una birra gratis.

Trasmetti nel tuo locale una partita di calcio? Invita i tuoi clienti a pronosticarne il risultato. Ai vincitori offrirai un caffè ed un gadget con una foto da pubblicare sulla tua pagina Facebook.

Vuoi inserire nuovi piatti nella tua offerta enogastronomica? Rendi partecipi i clienti facendo votare le ricette a loro preferite.

Pubblicare offerte

Ogni tanto metti a disposizione delle offerte per riempire le giornate di vuoto. Offerte a rotazione con menu fisso oppure dei coupon da scaricare su una landing page in cambio di un indirizzo email che potrà essere utilizzato per campagne di email marketing.

In questo caso ti suggeriamo di diffondere il coupon non solo tramite Facebook ma anche tramite campagne di SMS pubblicitari, molto preformanti nel settore del food locale.

Pubblicare di video ricette

Hai un bravo chef? Stupisci i tuoi clienti pubblicando delle video ricette che consentono loro di replicare alcuni piatti a casa! Puoi utilizzare le video ricette anche per mettere in risalto la qualità della tua cucina riprendendo gli chef durante la preparazione di un piatto.

I video, se ben fatti, consentono di ottenere un elevato numero di condivisioni. Di conseguenza lo chef ed il ristorante saranno visualizzati da un alto numero di potenziali clienti che potrebbero presto divenire clienti reali.

Gestire e rispondere alle recensioni

La gestione delle recensioni è fondamentale. Ne abbiamo parlato nell’articolo riguardante la gestione della brand reputation per ristoranti, che ti invitiamo a leggere per avere un’idea più approfondita di questo delicato tema.

Molto brevemente devi sapere che occorre rispondere a tutte le recensioni, sia positive che negative. Non bisogna nel modo più assoluto usare frasi fatte o rispondere a tutti alla stessa maniera.

Ricorda che il cliente si è preso la briga di scrivere un commento sulla tua attività, ovvero ha impiegato parte del suo tempo. Fallo sentire importante impiegando parte del tuo scrivendo un commento personalizzato.

 

Le recensioni negative vanno gestite con parsimonia. Sono quelle più lette soprattutto da chi cliente ancora non lo è diventato. Se ben gestite, dimostrando professionalità e cordialità, senza utilizzare toni negativi e scortesi, incentivano a provare il ristorante.

Rispondere velocemente ai messaggi privati

Molti clienti si lamentano di un ristorante che risponde con molte ore di ritardo ai messaggi privati. Alcuni vengono persi per sempre a causa di questo motivo che può sembrare banale ma che non lo è.

La risposta reattiva ai messaggi è molto apprezzata. Ti consigliamo di mantenere un tempo di risposta ai messaggi privati inferiore ai 5 minuti, per cui monitora spesso la “posta in arrivo” sulla tua pagina Facebook.

Pagina Facebook: analisi dei risultati che contano

Engagement

Abbiamo introdotto questo concetto precedentemente. L’engagement, ovvero la percentuale di interazione che i tuoi post generano sulla pagina Facebook, è una metrica ben più importante dei like o dei follower.

È uno degli aspetti su cui occorre prestare maggiore attenzione per valutare la capacità del social media manager di generare interesse negli utenti. Più l’engagement è migliore e più aumenteranno i mi piace, i contenuti condivisi, le visualizzazioni, i clic, i messaggi diretti ed anche i follower.

Coinvolgimento del pubblico

Se i clienti iniziano a condividere spontaneamente contenuti sulla loro esperienza nel tuo ristorante, hai fatto bingo! Assicurati di condividere tali interventi poiché nulla è più valido del contenuto genuino generato da un cliente.

Se in più i clienti taggano sui tuoi post i loro amici per consigliare i tuoi prodotti, sei sulla cresta dell’onda. Rispondi sempre a tali commenti con messaggi di ringraziamento invitando tutti i coinvolti a venire a mangiare da te.

Conversione

La conversione è una metrica molto importante e corrisponde al fine ultimo di una campagna di marketing. Se ad esempio hai lanciato una campagna promozionale per ottenere prenotazioni sulla base di un’offerta, ogni prenotazione corrisponde ad una conversione.

In funzione del tuo investimento potrai sapere se il numero di conversioni realizzato è sufficiente per ricoprire le spese e generare un profitto. Sarà cura dell’agenzia di web marketing effettuare uno studio di fattibilità e la successiva analisi dei dati e cercare di portarti in ROI.

E con questo concludiamo quest’altro articolo sul marketing della ristorazione. Presto nuovi articoli riguardanti la promozione di un ristorante su Instagram e gli errori da non commettere sui social network. Rimangi aggiornato iscrivendoti alla nostra newsletter!

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Come impostare una campagna di Email Marketing efficace

Le email sono ciò che permette di tenere in connessione le persone del mondo, questo è un dato di fatto. Ogni giorno milioni di email vengono scritte, inviate e lette, e quindi l’email marketing dovrebbe essere un grosso vantaggio per quelle aziende che vogliono migliorare e, perché no, implementare il proprio business.

Tuttavia non è così semplice, e tale pratica finisce il più delle volte per essere inefficace, e rapidamente scartata dai professionisti del settore.

Eppure, se fatto con le dovute maniere, l’email marketing è un’operazione molto redditizia: qual è quindi il problema di fondo? Perché molte aziende non riescono a trarne alcun vantaggio?

La prima ragione del fallimento – perché di fallimento è proprio il caso di parlare, per lo meno nella maggior parte dei casi – dipende dalla scarsa attenzione ai contenuti delle proprie mail.

Si pensa che inviare centinaia e centinaia di messaggi di posta sia sufficiente ad attirare l’attenzione, ma non è così. Perché è tanto semplice inviare molte mail, anche contemporaneamente, quanto è immediato e di certo non raro cestinare in fretta e furia le email che ci troviamo nella posta in arrivo.

Una strategia da rivitalizzare

Quella dell’email marketing non è una strategia morta, bensì una tecnica da rivitalizzare nella maniera più corretta possibile, per averne dei netti benefici. Ciò che bisogna fare è aggiustare il tiro, fare in modo di essere accattivanti, attirare l’attenzione del potenziale consumatore e anche dei nostri clienti, anche i più affezionati.

Bisogna creare dei contenuti targetizzati, che favoriscano l’incremento dell’interesse e la condivisione. Vediamo dunque insieme quali sono i punti da non sottovalutare per dare vita ad una campagna di web marketing di successo.

#1 Scrivere in modo naturale

Le scritture forzate ed impostate, i periodi lunghi e troppo articolati, le parole di scarso uso comune: tutto ciò che non deve essere contenuto all’interno della tua campagna di email marketing. La ragione? L’utenza si annoia, fondamentalmente.

Non si può pretendere che un lettore si sorbisca paragrafi fitti, e li legga fino in fondo. Ciò che vuole è l’informazione, subito. Bisogna fornire quindi immediatamente la notizia chiave che si vuole veicolare, costruendo il contorno in modo chiaro e naturale. Creare dei contenuti di successo.

È bene evitare qualsiasi formalismo, cercando di essere chiari, concisi, ma comunque esaurienti. Facile? Sicuramente no, ed è per questo che è molto importante affidarsi a dei professionisti del content marketing, in grado di costruire i contenuti in modo efficace, senza troppi fronzoli.

E non dimenticare di stuzzicarne la fantasia: gli umani sono curiosi, e se sei in grado di fornire qualcosa di interessante, che sia in linea con i propri interessi, vorranno saperne senza dubbio di più.

#2 Essere personali

Esatto. Quando scrivete un’email per pubblicizzare la vostra azienda o il vostro business, dovete essere personali. Avete presente il grande successo dei social network? La ragione sta nel fatto che le persone, per essere interessate ed incuriosite, hanno bisogno di essere trattate in modo diretto, come se ci si stesse rivolgendo loro di persona.

Anche in un messaggio di posta, quindi, bisogna fare in modo di essere “umani”, scrivere come se ci si stesse rivolgendo in maniera diretta ad una persona. Solo in questo modo la vostra campagna può essere efficace.

Non dovete scrivere ai sottoscrittori della vostra mailing list, dovete parlare con delle persone, che vogliono essere trattate da persone. L’obiettivo dell’email marketing è quello di fare in modo che i tuoi utenti riescano a sentirsi “a casa”, in un ambiente confortevole, seppur virtuale.

#3 Sfrutta le statistiche

Ciò che coinvolge gli utenti, o meglio, le persone, sono i contenuti originali e coinvolgenti, che sappiano raccontare una storia, e siano in grado di creare della conoscenza interessante. È bene sapere, in ogni caso, che i numeri, le statistiche, le percentuali sono una vera calamita per i lettori, anche per i meno avvezzi alla “matematica”.

Sono dei dati in grado di attirare l’attenzione, perché danno una stima chiara di quanto un evento o delle tendenze – in campo commerciale o meno – possano avere un impatto positivo o negativo nella vita delle persone.

Statene certi: affermare che il 55% delle persone nel mondo utilizza i social network genererà interesse in chi non li usa, aumentando le statistiche. Con una strategia simile potrete convincere un cliente a comprare un prodotto o servizio. Questa tendenza è insita nel genere umano, e proprio per questo deve essere sfruttata a dovere.

#4 La necessarietà dell’informazione

Volete incrementare il vostro brand awareness e farvi conoscere in modo diffuso. Bene. Volete fornire delle informazioni, a tal punto da impostare differenti campagne di email marketing. Ottimo. Ma siete proprio sicuri che in tutte le circostanze, ciò che scrivete, sia necessario?

L’errore troppo spesso diffuso tra i marketer è quello di inviare email che non contengono nulla di interessante, ottenendo per ragioni non certo misteriose alcun tipo di riscontro. Interrompere – per così dire – i lettori con delle email dal contenuto per nulla coinvolgente, non ha alcun senso.

E peggio: inviare delle email ai vostri contatti dal contenuto per nulla necessario relegherà tutte le vostre email alla cartella dello spam, rendendo di fatto inefficace la vostra campagna di email marketing, anche nel caso di messaggi in grado di generare interesse e partecipazione.

#5 Fare delle promesse

Che siate in grado di mantenere, sia ben chiaro. Quella di fare promesse, infatti, è un po’ come la spada di Damocle, che pende sopra la testa dei marketer, anche i più navigati. Si sa, le persone amano ottenere vantaggi senza dover mettere sul campo il benché minimo sforzo, ed è proprio su quel campo che bisogna puntare, sebbene il margine di rischio ci sia.

All’interno delle tue email- anzi, della tua email, meglio non diventare degli habitué di questo escamotage – offri qualcosa al tuo potenziale cliente, nel caso in cui questo opti per registrarsi al tuo sito, oppure acquistare un tuo prodotto o servizio.

Si tratta di un passaggio che prepara il terreno per ulteriori interazioni, in grado di aumentare la fiducia nel proprio business.

#6 Poni delle domande ai tuoi lettori

Fare domande è ciò che permette di mantenere un contatto, nel tempo, con la vostra utenza. Sono gli scrittori e gli autori di teatro ad affermare come le domande retoriche – nello specifico – siano il miglior modo per garantire il coinvolgimento del proprio pubblico. Non ci credete? Provare per credere.

Le domande fanno pensare i propri lettori, e se non tutti, sicuramente una buona parte. E se una persona pensa ad una risposta plausibile, state certi che è rimasta senza dubbio colpita da ciò che avete scritto, e con buona probabilità potrà avere una miglior predisposizione nei confronti del tuo business o dei tuoi servizi. Usa, pertanto, delle domande. E fallo bene.

#7 Utilizza i link

Inserendo all’interno del tuo testo dei backlink, incrementerai la possibilità di ottenere almeno un clic. Sembra strano, ma è proprio così.

Fai in modo che i link rimandino a delle pagine interessanti e con contenuti che siano in grado di coinvolgere: inserendo un collegamento poco giustificato, una persona non incorrerà nel rischio di cliccare un’altra volta, in email successive, su di un link.

Generando anche una sorta di diffidenza poco produttiva e generale nei confronti del tuo brand. I collegamenti devono dare delle notizie in più, che siano utili: nella sostanza, devono impreziosire ciò che hai già scritto nel corpo della mail, creando un contorno che ne aumenti l’informatività.

Per concludere

Una campagna di email marketing richiede una ricerca molto profonda e specifica, non è una pratica che si può intraprendere con sufficienza e poca consapevolezza. Perché non comporterebbe alcun beneficio per il proprio business.

Bisogna scoprire quali siano le “cose” che fanno la differenza per la propria utenza di riferimento: può essere difficile centrare il punto su ciò che interessi effettivamente al proprio target, ed è per questo che non bisogna essere frettolosi, bensì procedere step by step, senza dare nulla per scontato.

Una buona campagna di email marketing, seguendo alcuni punti focali, e avendo molta pazienza, può produrre traffico, sottoscrittori ed aumentare le vendite. Garantendo la crescita ed il consolidamento di un business.

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Come fare uno studio delle “Buyer Personas”

Per buyer persona si intende il cliente tipo di un’azienda, individuato in base alle sue caratteristiche personali, ai suoi comportamenti d’acquisto e alle sue caratteristiche socio-demografiche.

Il concetto di buyer personas venne introdotto per la prima volta nel libro The inmates are running the asylum di Alan Cooper, il quale intervistando una serie di potenziali clienti ottimizzò l’esperienza utente di alcuni dei suoi software.

Prima di lanciare un qualsiasi business online, creare una strategia di marketing o avviare una campagna pubblicitaria, è estremamente importante avere ben chiaro in mente a chi potrebbero interessare i prodotti o i servizi dell’azienda.

Le buyer personas possono essere più di una, soprattutto nel caso di siti e-commerce generalisti e multicategoria: ad ognuna di loro occorrerebbe dedicare delle campagne ad hoc.

Di seguito in questa guida abbiamo riportato i migliori template online preimpostati sui quali è possibile inserire le informazioni inerenti all’identikit dei clienti tipo. Prima di utilizzarli, però, bisognerebbe conoscere le caratteristiche socio-demografiche dei potenziali clienti a cui assegnare un nome fittizio, ad esempio:

  • Giuseppe, uomo, italiano, 45 anni, residente a Messina
  • Chiara, donna, italiana, 28 anni, residente a Roma
  • Alan, uomo, straniero, 26 anni, residente a Milano

Vediamo adesso come individuare le buyer personas per organizzare strategicamente il marketing online del propri prodotti e servizi.

Buyer personas: perché sono importanti

La parola buyer personas è ormai entrata nel gergo comune di chi si occupa di digital marketing. Purtroppo però non sempre viene condotto un reale studio del cliente tipo, finendo per prendere decisioni “a sentimento”.

Per comprendere meglio questo concetto facciamo un esempio. Ammettiamo di avere un e-commerce per la vendita di accessori per cani e gatti e di voler effettuare una serie di sponsorizzate su Facebook per iniziare a far circolare il brand.

Al momento della creazione dell’inserzione, della sua creatività, quale immagine inserire? Quella di un cane o quella di un gatto? Forse di entrambi? Bene, senza lo studio delle buyer personas non sarà possibile prendere questa decisione sulla base di dati concreti.

Il risultato è che la campagna pubblicitaria potrebbe risultare insoddisfacente in quanto non strutturata sulle reali esigenze del nostro pubblico, ed in molti finiranno con l’ignorarla.

Lo studio delle buyer personas non serve in prima battuta per vendere ma per comunicare al meglio con il nostro cliente tipo, per far arrivare il messaggio giusto alle persone giuste, perché se vogliamo parlare a tutti rischiamo di non parlare a nessuno.

Come fare uno studio delle Buyer Personas

Come già detto prima di procedere a scaricare un template da riempire con i vari dati, ammesso che si voglia fare, è necessario capire come e dove recuperare i dati giusti e come applicare e sfruttare questo lavoro.

Purtroppo spesso è possibile notare come molti studi sulle buyer personas alla fine non vengono applicati in ambito di progettazione della strategia di marketing, compromettendo così campagne che potrebbero avere riscontri decisamente migliori.

Le informazioni che occorre recuperare dovranno essere finalizzate a far combaciare un problema o un’esigenza con una soluzione, e quindi con il servizio o prodotto oggetto della futura campagna di advertising. In gergo, nel modello della value proposition, questo viene chiamato fit.

Identificare la tecnica da usare per ottenere informazioni sulle buyer personas

Esistono fondamentalmente tre tecniche per ottenere informazioni per costruire buyer personas:

  • Tramite i big data, gli small data e la digital analytics
  • Attraverso interviste al cliente o all’azienda nella quale si lavora
  • Mediante interviste dirette ai clienti finali utilizzatori del prodotto o del servizio per produrre un campione statistico

Le prime due tecniche sono quelle maggiormente utilizzate nel campo del digital marketing in quanto di più facile accesso mentre la terza viene solitamente delegata ad aziende di statistica. Naturalmente occorrerà sempre verificare che i dati digitali corrispondano effettivamente alla realtà.

Identificare il numero di buyer personas

Non esiste un numero fisso ma non è nemmeno fattibile creare mille buyer personas. Immagina di avere un e-commerce generalista con molte categorie. In teoria si dovrebbe creare ogni singola buyer persona ma in pratica non è un’operazione possibile.

Solitamente vengono identificate dalle 4 alle 8 buyer personas e su quelle si concentra tutto il lavoro di marketing.

Identificare le caratteristiche da ottenere per ogni buyer persona

Una volta scelta la tecnica ed individuato il numero di buyer personas da creare, occorrerà identificare le caratteristiche comuni di un gruppo di persone per iniziare a tracciarne il profilo.

Di seguito riportiamo un elenco di caratteristiche dalle quali poter prendere spunto:

  • Dati demografici
  • Interessi
  • Trend
  • Dove si trovano
  • Da cosa sono influenzati
  • Comportamento su Google
  • In quale azienda lavorano
  • Quali dispositivi utilizzano

ecc…

Per identificare queste informazioni possiamo avvalerci di alcuni strumenti.

Identificare gli strumenti da usare per individuare le caratteristiche delle buyer personas

Possiamo recuperare le informazioni elencate al paragrafo precedente avvalendoci di strumenti che effettuano una raccolta dati con due approcci differenti:

Dati interni: trattasi dei dati socio-demografici e comportamentali recuperati dallo studio dei propri canali, come il proprio sito web, le campagne DEM realizzate in prima persona, i dati profilati dei social network, ecc..

Dati esterni: trattasi dei dati socio-demografici e comportamentali presenti sui mezzi sui quali non è possibile avere alcun controllo, come i siti dei concorrenti.

Dal punto di vista dei dati interni, uno degli strumenti più utilizzati è senza dubbio Google Analytics in quanto consente di raccogliere, tracciare e raggruppare tutta una serie di informazioni sul pubblico.

Se ben usato, special modo con utenti registrati, questo strumento non solo è in grado di tracciare dati socio-demografici ma pure quelli comportamentali (conversioni, tempo di permanenza, pagine visitate, acquisti, ecc..), realizzando così un profilo preciso del cliente tipo.

Dal punto di vista dei dati esterni vi sono diversi strumenti che è possibile utilizzare, di seguito ne elenchiamo alcuni:

SocialBakers: trattasi di uno strumento a pagamento ma con alcune funzioni gratuite come il Persona Mapping Tool che mette a disposizione un template vuoto per poter organizzare le info sul profilo delle buyer personas.

BuzzSumo: strumento utilissimo per trovare topic su determinati argomenti. Fornisce una panoramica sui contenuti più condivisi del web, le tendenze del momento e una panoramica dei dati sulla dimensione dei canali social.

SEMrush: già ampiamente conosciuto da chi si occupa di SEO, questo strumento può essere utilizzato per effettuare keyword research approfondite su diversi mercati, compreso quello italiano, per dedurre il comportamento della buyer persona sui motori di ricerca.

ConsumerBarometer: uno strumento gratuito di Google per conoscere i trend relativi agli acquisti, i motivi per cui gli utenti acquistano, cosa cercano prima di acquistare e tutta una serie di altre informazioni.

FanPageKarma: strumento molto utile per fare ricerche su competitor con target analoghi.

LeadChampion e LeadFeeder: strumenti in grado di rivelare il nome dell’azienda del visitatore del proprio sito web con in più altre informazioni come il livello di engagement e il link al profilo LinkedIn.

Conclusione

Lo studio delle buyer personas rappresenta uno step di fondamentale importanza e preliminare alla realizzazione di una qualsiasi strategia di marketing che si rispetti. Se fatto bene consente non solo di prendere decisioni sulla base di dati reali ma anche di agevolare il lavoro di comunicazione e creatività da parte dei grafici pubblicitari e dei copywriter.

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Come creare contenuti virali

Quando un contenuto è realizzato per stimolare le emozioni degli utenti, ed è proposto ad un giusto target, statene certi, può diffondersi ad altissimi livelli.

Certo, ci sono dei contenuti che sono appositamente pensati per diventare virali, altri invece che sono realizzati senza specifici obiettivi, ma che ottengono un successo inspiegabile e spesso neppure desiderato. È la legge del web, alla quale è difficile sottrarsi e che è ancora più complesso riuscire a prevedere.

Ad ogni modo, ciò che accomuna questi due tipi di contenuti, sono alcune caratteristiche peculiari, che permettono di raggiungere una diffusione elevatissima. Sicuramente, come già abbiamo avuto modo di dirvi in passato, una delle chiavi per creare contenuti di successo è riuscire a creare un forte impatto emotivo in chi li vede e legge e quindi, nello specifico, negli utenti.

Le emozioni, quindi, rendono virali i contenuti. Teniamo questo come punto di partenza. Ora bisogna sottolineare che certe emozioni funzionano meglio rispetto ad altre, per invogliare gli utenti a condividere i nostri contenuti.

Come è facile immaginare, ciascun target di persone è maggiormente toccato da un sentimento piuttosto che da un altro, e quindi agirà di conseguenza quando verrà posto di fronte ad un contenuto. Scegliendo se ignorarlo, oppure guardarlo e condividerlo.

Riuscire a creare la giusta reazione emozionale è il segreto per garantire una diffusa condivisione di ciò che abbiamo creato. Facile, no? Per nulla. Ma ci sono sempre dei punti di partenza, frutto di analisi e lavoro sul campo.

Prendiamo il caso della immagini. Come riportato su Moz.com, sono tre le componenti emotive che sono maggiormente rilevanti per la diffusione su larga scala proprio delle immagini.

Le emozioni positive

Non c’è da sorprendersene: le persone condividono contenuti che li fanno sentire bene, e che possano dare una speranza anche ad altre persone.

Uno studio ha determinato come ci sia una stretta correlazione tra le emozioni positive e il numero iniziale di visualizzazioni di un’immagine virale.

Sono 10, secondo l’analisi, le emozioni che vengono evocate più frequentemente e che hanno un alto “potere” di diffusione: Divertimento, Interesse, Sorpresa, Felicità, Godimento, Piacere, Gioia, Speranza, Affetto, Eccitazione

Esperienze emozionali complesse

Le immagini – o video – più virali sono quelli in grado di veicolare una vasta gamma di emozioni, non solo una. Spesso è proprio il contrasto di emozioni ad essere vincente, si pensi al binomio paura e ammirazione o a quello di speranza e disperazione.

Sono questi tipi di combinazione a veicolare le condivisioni. E c’è un altro fattore da tenere in considerazione, ovvero quei sentimenti che agiscono da “potenziamento”.

Ci stiamo riferendo all’interesse, alla sorpresa e al divertimento: combinati con altri sentimenti, infatti rendono ancora più positiva l’esperienza emotiva dell’utente. Allo stesso modo, invece, l’empatia contribuisce ad aumentare le emozioni negative, conducendo alla compassione.

L’elemento sorpresa

È difficile in un’immagine o in un video fare centro con un elemento sorpresa, in quanto è complesso da rendere nella maniera più efficace possibile.

Ci riferiamo ad un contenuto che sia in grado di presentare qualcosa come inaspettato, inusuale, contro-intuitivo, o semplicemente nuovo. Riuscire a sorprendere gli utenti è incredibilmente efficiente per riuscire a raggiungere il proprio interesse, attirando la loro attenzione.

Vediamo ora quali sono gli elementi che dovrete tenere in stretta considerazione per la creazione di una campagna di successo. Ciò che non dovete scordare è che per raggiungere i propri obiettivi, è necessario avere una base “forte”. E la robustezza delle fondamenta si ottiene solo con il duro lavoro.

Configurare un’idea rilevante per il proprio brand

Se la vostra campagna ha un obiettivo specifico, come aumentare il proprio brand awareness o veicolare conversioni, allora ci deve essere un’idea concreta alla base. Un’idea che in qualche modo dovrebbe essere ricollegata al tuo brand.

Non significa che dovete essere prettamente promozionali o parlare esclusivamente del vostro brand, bensì dovete pensare ad un’idea che sia in grado di attrarre il vostro target di utenza, quello che potrebbe essere interessato al servizio che fornite o ai prodotti che commerciate.

Il consiglio è quello di fare un elenco di temi e topic che ruotano intorno alla vostra idea di base, e che possano invogliare o attirare il vostro target. E ovviamente che rispecchino il vostro brand.

Poi bisogna rileggere tutti gli elementi stilati e domandarsi quali effettivamente potrebbero essere preformanti e adatti ad essere inseriti all’interno della nostra campagna. Chiedendosi se possono essere innovativi, se possono rispondere ad una domanda “sentita” dal proprio target, se se ne è già parlato a sufficienza oppure no.

Nuova ed interessante

Per essere esposti all’interesse massiccio dell’utenza, bisogna essere in grado di presentare qualcosa che sia nuovo o rinnovato. Offrite ad esempio dei dati di ricerche che non sono mai stati pubblicati prima e che possono essere interessanti.

Il metodo è quello di condurre le proprie indagini o sondaggi. Oppure sfruttare i dati della propria azienda. O combinare molti dati da differenti fonti, per evidenziare dei trend o delle scoperte interessanti. La vostra idea, oltre che nuova, dovrebbe essere interessante.

Cercate di “porla” nel modo giusto, e domandatevi come ciò che state proponendo si possa legare ai trend social del momento o alle novità del vostro settore. Date le giuste informazioni, sfruttando un punto di vista informativo ed accattivante.

Di cui si possa provare il successo

Fate capire al tuo potenziale cliente che la vostra idea ha delle potenzialità comprovate, collegandola ad altre idee che hanno avuto successo nel passato e che potete sfruttare come testimonianza.

Dei racconti sul successo di un servizio o di una funzionalità, se amalgamabili alla vostra idea, avranno l’effetto di attirare esponenzialmente l’attenzione dell’utente, che in quel caso si trasforma in potenziale consumatore.

Con un appeal emozionale

Come già specificato prima, sono i contenuti che veicolano emozioni ad avere successo. Ecco perché la vostra idea deve avere un “uncino” emozionale, in grado di prendere il pubblico. È necessario che incorpori, la vostra idea, qualcosa di interessante, divertente, sorprendente, ovvero quei moltiplicatori di emozioni di cui vi parlavamo prima.

E poi bisogna testare in primis la propria idea. “Guardandola in faccia” è chiedendosi quali siano le emozioni che effettivamente evoca. Se si tratti di qualcosa di nuovo ed esclusivo.

Se tale idea possa o meno avere successo di pubblico (questa è la domanda più difficile alla quale dare una risposta razionale). Questa idea può essere trasformata sotto forma di immagine, di video, o di formato facilmente diffusibile e condivisibile?

Produrre un contenuto

Se deve essere originale, il contenuto, bisogna fornire dei dati originali. Ecco perché vi abbiamo già suggerito qualche paragrafo più sopra di pensare all’idea di condurre delle vostre ricerche “di mercato”, delle inchieste, che permettano di fornirvi dati freschi, fruibili ed interessanti, che siano al contempo legati al vostro business e che possano invogliare la lettura dei vostri potenziali acquirenti e clienti.

Se trovate delle storie interessanti che riguardano la vostra azienda, dati statistici che crediate sia necessario rendere pubblici, non è necessario “allargarsi” troppo. L’importante è saper fornire una “storia” nel modo più appropriato possibile.

Se invece dovete guardare altrove, perché non avete dei dati interessanti ricollegabili in modo plausibile alla vostra idea, ecco che vi si para davanti la necessità di condurre una ricerca, un’inchiesta, sfruttando l’aiuto di volontari che si rendano disponibili alla vostra causa.

Lo strumento principe da sfruttare, in questo senso, sono le piattaforme di crowdsourcing: non sarà necessario un grande investimento, e potrete scegliere il target di utenza più utile ai vostri scopi.

In alternativa, affidatevi a fonti terze. In internet ci sono numerosi database di dati, relativi ad inchieste e ricerche di mercato, che è possibile sfruttare ex novo, o che è possibile integrare anche con i propri dati, per evidenziare delle tendenze o delle regolarità. Utilizzare dati già visti, reinterpretandoli ai propri scopi, può essere un’arma vincente.

Dopo aver collezionato i dati ed aver fatto mente locale su tutti i punti che intendete toccare, bisogna cominciare a scrivere. A seconda del tipo di contenuto che avete deciso di sfruttare, potrà essere necessario un testo più o meno lungo, anche a seconda dei contenuti visivi che si intende utilizzare a corredo.

Ad ogni modo, è indispensabile che il proprio contenuto sia accompagnato da un buon titolo, che sia in grado di colpire gli utenti, e che sia in grado di comunicare qualcosa, di anticipare. Non affrettare la scrittura del tuo titolo: possono essere poche parole o poche righe, ma sono fondamentali, poiché la vera cartina al tornasole del tuo contenuto.

Un contenuto di successo, se si vuole virale, è sempre accompagnato da dei formati estremamente “visivi”: sfrutta delle immagini o dei video, in grado di creare nell’immediato una risposta emotiva nell’utente. Attenzione però: è importante che le immagini o il video rispondano al meglio all’idea che volete veicolare con i vostri contenuti.

Prestate attenzione che non siano già stati utilizzati troppo di frequente per gli stessi utenti e soprattutto, abbiate l’attenzione di valutare se sono adatti al vostro target di riferimento. Senza considerare questi parametri, è difficile impostare una campagna di successo.

Pubblicità

Una volta completato il proprio contenuto, bisogna “trovargli una casa”. Già nel momento in cui si sta concretizzando la propria idea, bisogna cominciare a pensare all’editore.

Per fare in modo che il proprio contenuto sia ampiamente diffuso è indispensabile affidarsi a chi può garantire un alto numero di visualizzazioni e un target che possa essere interessato a quanto hai prodotto.

Per questo, è indispensabile essere pubblicati in un sito non solo con un alto livello di traffico, ma anche con un ottima interazione, che permetta anche una condivisione e diffusione di quanto hai prodotto.

Ecco perché dovrete stilare una lista di editori che trattino ciò di cui vi occupate regolarmente. Fate le vostre analisi personali su quali tra i siti elencati abbiano un’interazione e partecipazione maggiore, e scegliete il migliore (o i migliori, se desiderate puntare subito su più risorse).

E poi c’è il contatto con l’editore. Un punto cruciale. Non siate dispersivi, mantenete la coerenza e soprattutto siate chiari. Spiegate perché il vostro contenuto dovrebbe interessare la propria utenza, spiegando i benefici che ne deriverebbero dalla pubblicazione.

Evidenziate alcune storie o alcuni topic di successo per il sito, che sono strettamente correlati a quanto proponete. Senza essere vaghi, dimostrando di aver approfondito i temi proprio all’interno del sito. Gli editori saranno più predisposti a darvi ascolto.

Usate le parole nel modo più appropriato: non dite “il contenuto avrà successo perché” bensì “credo che il contenuto potrebbe avere successo perché”. L’editore conosce infatti la propria utenza meglio di voi, e sa bene cosa funziona e cosa non funziona.

Si tratta di punti da seguire passo passo. Forse non li reputerete innovativi (e perché mai dovrebbero esserlo?), ma sono la prassi da seguire con scrupolo per realizzare un proprio progetto e riuscire a diffonderlo nel modo più opportuno possibile.

Sono un buon punto di partenza e un ottimo di arrivo. L’importante, per raggiungere l’obiettivo, è non sottovalutare nulla, dall’ideazione alla creazione, fino alla pubblicazione: ogni singolo step è fondamentale per la buona riuscita della propria campagna.

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Come attirare nuovi clienti nel ristorante con l’SMS Marketing

Ti diamo il benvenuto a questo nuovo articolo della nostra rubrica dedicata al marketing della ristorazione. Uno dei temi più caldi per i ristoratori che si avvicinano al web marketing è quello di attirare nuovi clienti nel proprio ristorante.

Per farlo con criterio è necessario rivolgersi ad un’agenzia esperta in grado di realizzare un piano marketing e sfruttare con parsimonia i canali che il web mette a disposizione, come Facebook, Instagram e Google, per il raggiungimento dell’obiettivo.

In pochi però sanno che tra le forme più efficienti per ottenere nuovi clienti e fidelizzare quelli che lo sono già diventati c’è il Mobile SMS Marketing. Vediamo di capire cos’è, come funziona, i vantaggi e quanto costa.

Mobile SMS Advertising per ristoranti

Il Mobile SMS Advertising è una forma di direct marketing che consente di raggiungere clienti e potenziali clienti direttamente nel loro telefonino o smartphone.

È particolarmente indicato per attività locali che operano a stretto contatto con i clienti, come per l’appunto un ristorante o una pizzeria, in quanto consente di inviare messaggi promozionali ad un enorme database di contatti telefonici profilati acquisiti secondo le normative vigenti sulla privacy.

Ad esempio è possibile inviare un SMS a tutti i residenti di Genova o addirittura in precisi C.A.P. e filtrare le numerazioni anche per età, genere, distanza geografica e molto altro (fino a 18 profilazioni o segmentazioni).

Stai organizzando un evento per la festa delle donne? L’SMS marketing ti consente di farlo sapere in pochi minuti a tutte le donne di età compresa tra i 25 e 65 anni e residenti nei dintorni del tuo locale.

Hai un giorno della settimana con pochi coperti? Organizza un menu appetitoso a prezzo fisso e fallo sapere a tutti nella tua zona. O ancora trasmetti l’evento sportivo del momento? Fallo sapere a tutti gli appassionati con 1 solo clic!

Gli SMS, detti SMS pubblicitari, possono contenere qualsiasi cosa:

  • l’invito ad un evento;
  • un coupon;
  • una promozione;

ecc…

A differenza dei tradizionali SMS possono contenere link a pagine web, dei volantini digitali sfogliabili, dove inserire il menu o l’organizzazione dell’evento, così come dei veri e propri moduli per interagire con l’utente e raccogliere i suoi dati di contatto per un uso futuro.

Grazie a questo l’SMS diventa una forma di direct marketing tracciabile, ovvero sarà sempre possibile misurare l’efficienza di una campagna di SMS marketing esattamente come i tradizionali canali di web marketing.

Vantaggi del Mobile SMS Advertising

L’SMS presenta l’incredibile tasso di apertura del 98% a differenza del 15-20% delle email. Praticamente lo leggono tutti.

È un mezzo molto semplice che tutti sanno leggere, dai più piccoli fino a più anziani. Ergo è perfetto per raggiungere pure coloro che con il web difficilmente si riescono ad intercettare.

Inoltre oggi le persone sono abituate a ricevere meno SMS. Questo fa si che i messaggi contenuti al loro interno rimangono più impressi nella mente di chi legge in quanto ricevono una maggiore attenzione.

Grazie alla possibilità di personalizzare il mittente è un’ottima opportunità per migliorare la brand awareness. Hai presente i messaggi che ti arrivano dalla Tre o dalla Vodafone che hanno il loro nome al posto del numero di telefono? Al loro posto può esserci il nome del tuo ristorante.

L’SMS è virale. È dimostrato, infatti, che spesso gli SMS vengono inoltrati ad amici e parenti che potrebbero essere interessati al suo contenuto.

Questo accade in primis perché l’SMS si riceve sullo smartphone, dispositivo di per sé rodato sul concetto di condivisione, ed in ultima sede perché quest’operazione è molto agevolata. Basta infatti inoltrare l’SMS ad un contatto già presente in rubrica o fare copia-incolla del testo.

Grazie alla possibilità di incorporare nel testo un link ad una landing page mobile o ad una pagina web è possibile bypassare il limite dei 160 caratteri, comunicando ai nostri utenti con immagini e testi persuasivi qualsiasi cosa vogliamo ed indurli ad un’azione ben precisa che può essere la compilazione di un form, la chiamata o la risposta via lo stesso SMS.

Costi del Mobile SMS Advertising

Anche i costi fanno di questa forma di outbound marketing un canale conveniente, soprattutto se sei abituato a fare il classico volantinaggio. In questo caso infatti, non solo potrai inviare dei veri e propri volantini digitali che le persone possono sfogliare dal loro telefono ma eliminerai totalmente il fenomeno dei volantini cestinati, monitorando anche il numero di lettori.

Il costo dell’invio di un SMS pubblicitario dipende molto dall’azienda con cui ci si interfaccia. La nostra vanta al momento i costi più bassi d’Italia per quanto concerne l’utilizzo del nostro database contatti, che conta oltre 25 milioni di numeri di telefono aggiornati di persone in tutta la nazione.

I costi diminuiscono di molto se ad essere usato è invece un database di tua proprietà, acquisito via via che i clienti si presentano al tuo locale. Naturalmente il tuo obiettivo deve essere quello di utilizzare il nostro database per acquisire clienti nuovi e via via convertirli in entità vere con nome e numero di telefono per poi ricontattarli successivamente a costi molto più bassi.

Aumentare i ritorni con il Mobile SMS Advertising

Acquisire un nuovo cliente costa in media 5 volte in più di far ritornare un cliente già acquisito. Purtroppo in molti peccano su questo e spendono un patrimonio per cercare di acquisire sempre nuovi clienti trascurando il vero tesoro che hanno tra le mani: i clienti già acquisiti.

È stato ampiamente dimostrato da diverse ricerche di marketing che fidelizzare i clienti porta ad un incremento anche del 30% del fatturato annuale, prolungando la customer lifetime value.

E tutto ciò che bisogna fare e comunicare con i clienti che ci hanno già dato fiducia. Clienti nostri che ci conoscono già e che non devono essere persuasi. Quindi perché non farlo? Perché non metterli al corrente di eventi ed iniziative?

Domandati: farebbe piacere ai tuoi clienti ricevere ogni tanto una promozione solo per il fatto di esserlo? Farebbe loro piacere ricevere gli auguri di compleanno con una promozione annessa? A te farebbe piacere? Se si possiamo assicurarti che lo farebbe anche a loro!

Come al solito anche in questo caso l’SMS è molto penetrante. È buona norma acquisire, in cambio di qualcosa che può essere anche un caffè omaggio, i dati di contatto dei clienti che si presentano al ristorante per poterli utilizzare e rimanere a stretto contatto con loro.

Vuoi fare un prova? Vuoi tastare con mano la potenza di un SMS pubblicitario? Contattaci.

Un nostro esperto consulente si metterà in contatto con te per rispondere a tutte le tue domande, elencarti i costi delle due soluzioni e guidarti alla creazione della tua prima campagna di SMS pubblicitari efficiente!

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Migliora la posizione in classifica su TripAdvisor

TripAdvisor è senza dubbio uno dei portali più visitati per la ricerca di hotel e ristoranti in tutto il mondo. Lo scopo di TripAdvisor è offrire ai propri utenti la possibilità di visualizzare la lista di hotel e ristoranti presenti in una data località ed avere un’idea precisa dell’esperienza passata dei clienti, manifestata sotto forma di recensioni.

Non solo. Grazie al suo booking engine integrato, da qualche anno a questa parte è possibile prenotare direttamente da questo portale, offrendo un’esperienza di navigazione più gradevole e completa.

Dal punto di vista dell’esercente, TripAdvisor offre la possibilità di godere fin da subito dell’immensa visibilità guadagnata nel tempo, trasformando di fatti una scheda attività in una fonte di acquisizione clienti.

Come su Google, anche su TripAdvisor è presente una classifica di attività/strutture ricettive. Se ad esempio ricerchi l’elenco dei ristoranti presenti a Genova, ne troverai alcuni in prima pagina, altri in seconda pagina e via via fino all’ultima pagina.

Scontato dire che le attività posizionate in prima pagina godono di una maggiore visibilità rispetto a quelle posizionate nelle pagine successive, e non di poco!

Ma come funziona l’algoritmo di TripAdvisor? Cosa determina il posizionamento di un’attività su TripAdvisor? Come migliorare il posizionamento in classifica della propria attività su TripAdvisor? Analizziamo insieme alcuni consigli che ti permetteranno di scalare la classifica e godere di maggiore visibilità.

Come funziona l’algoritmo di TripAdvisor

I fattori di ranking su cui si basa l’algoritmo di TripAdvisor, detto anche Popularity Index, sono fondamentalmente tre: qualità, quantità e attualità delle recensioni.

Eccellere in questi tre fattori significa scalare la classifica su TripAdvisor superando di fatto competitor che sulla carta potrebbero avere recensioni anche migliori in termini di quantità. Questo perché in virtù dell’aggiornamento algoritmico avvenuto nel 2018, TripAdvisor ha iniziato a premiare con molto più peso la costanza della pubblicazione di recensioni.

In questo modo il noto portale di recensioni da la possibilità a chiunque – grandi, piccoli, nuovi e vecchi – di competere sul proprio motore di ricerca.

Analizziamo un po’ più nel dettaglio questi tre fattori per fare un po’ di chiarezza sui concetti.

Fattore ranking 1: qualità delle recensioni

La qualità consiste nel punteggio rilasciato dal recensore, espresso da 1 a 5 stelle. È uno dei fattori che aiuta l’algoritmo a comprendere il livello di esperienza offerta nella tua attività.

Purtroppo per un lungo periodo TripAdvisor è stato bombardato da recensioni fake sia per migliorare la propria brand reputation ma soprattutto per peggiorare quella dei competitor.

Ultimamente, grazie alle leggi che puniscono penalmente questo tipo di operazione, questo fenomeno è in calo ma non del tutto eliminato. La buona notizia è che oltre alla qualità espressa nella recensione conta anche quella del recensore.

Se si tratta di un recensore che nel tempo ha rilasciato recensioni utili e continua a rilasciarne, si tratta di un recensore affidabile rispetto a quello che invece rilascia una sola recensione oppure ne rilascia molte in un periodo ristretto.

Quindi nel fattore di ranking della qualità ha peso anche la qualità del recensore che la rilascia. Inoltre più la recensione è ricca di dettagli, come ad esempio le immagini dei piatti in caso di un ristorante, più aumenta il suo peso qualitativo.

Questo naturalmente vale anche agli occhi di chi legge la recensione. Se la recensione riporta molti dettagli ed il recensore è molto attivo su TripAdvisor, influenzerà con un peso maggiore il pensiero di chi legge.

A parità di condizioni, l’attività con un punteggio di qualità migliore occuperà una posizione più alta in classifica rispetto ad una con un punteggio inferiore.

Fattore ranking 2: quantità delle recensioni

Trattasi del numero di recensioni ricevute dall’attività su TripAdvisor. Il numero di recensioni è fondamentale per l’algoritmo in quanto aiuta gli utenti ad avere un’idea più corretta ed equilibrata dell’esperienza offerta dalla tua attività.

Diverse recensioni positive che mettono in risalto più volte lo stesso fattore, infatti, trasmettono maggiore sicurezza ed invogliano a prendere una decisione più sicura.

La quantità di recensioni deve essere sufficientemente alta da consentire all’algoritmo di tracciare una statistica volta a comprendere la qualità complessiva dell’esperienza. Ciò significa che non serve disporre di un numero eccessivamente alto di recensioni per ottenere dei benefici in classifica.

Una struttura ricettiva con 500 recensioni è già in grado di competere con una struttura competitor avente 2000 recensioni in quanto 500 sono già un numero sufficientemente alto per tracciare una statistica affidabile.

Il numero di recensioni acquisite nel tempo e la loro qualità consente all’algoritmo di prevedere in modo più accurato la posizione in classifica da assegnare alla struttura. Ed ecco che il fattore tempo inizia ad acquisire un certo peso.

Fattore ranking 3: attualità delle recensioni

Una recensione recente riflette in maniera più precisa la qualità dell’esperienza offerta dalla tua attività rispetto ad una recensione vecchia di 6 mesi o anni.

Ciò sta a significare che più le recensioni sono recenti e più hanno peso. Più una recensione è datata e meno influirà nella posizione in classifica durante l’avanzare del tempo.

Questo consente alle attività di riprendere in mano le redini di una cattiva gestione che in passato ha causato un aumento repentino delle recensioni negative, che resteranno comunque visibili nella panoramica del profilo ma che sempre meno influenzeranno il posizionamento.

Cosa fare per migliorare la posizione in classifica su TripAdvisor

Adesso che abbiamo analizzato punto per punto i fattori di ranking dell’algoritmo TripAdvisor, è possibile affermare che:

  • Recensioni positive sono migliori di quelle negative
  • Un quantitativo maggiore di recensioni aiuta a consolidare la brand reputation
  • Le recensioni più recenti hanno un peso maggiore delle recensioni più datate

Poiché come avrai già capito la classifica si basa sul feedback degli utenti, raccogliere costantemente nuove recensioni di alta qualità, che riflettano livelli di servizio e valore all’altezza delle aspettative, è per le strutture il modo migliore per migliorare la propria posizione nel tempo.

Per farlo è vivamente consigliato richiedere consulenze di web marketing in grado di raggiungere questo obiettivo nel medio-lungo periodo. Una delle tecniche più indicate in questo caso è la Digital PR, che consente di migliorare e consolidare la brand reputation realizzando al contempo un’immagine solida dell’attività.

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