Autore: Samuel

Come fare un’analisi SWOT?

L’analisi SWOT è parte integrante e importantissima di un piano marketing efficace. Grazie a questo strumento è possibile focalizzare i punti cruciali del proprio progetto, al fine di prendere decisioni strategiche che tengono conto non solo degli obiettivi da raggiungere ma anche del contesto in cui si andrà a sviluppare l’intera attività.

Definizione di analisi SWOT

SWOT è l’acronimo si Strenghts, Weaknesses, Opportunities e Threats e rappresenta lo strumento che consente di pianificare in modo strategico diversi step di marketing e di valutare punti di forza, punti di debolezza, opportunità e minacce di un progetto imprenditoriale.

Detta anche matrice SWOT, questa analisi è fondamentale se si vuole ridurre al minimo il rischio di fallimento di un progetto nella sua fase di avvio.

Per meglio comprenderne il significato e capire come realizzarla in modo efficace, è doveroso analizzare più nel dettaglio le quattro categorie di cui questa analisi è composta.

Strenghts

I punti di forza (S, Strenghts) sono i fattori che rendono competitivo il tuo progetto e che ti distinguono dai tuoi concorrenti. Esempi di punti di forza sono:

  • l’accesso a risorse e/o tecnologie difficilmente accessibili dalla concorrenza;
  • la presenza di un brand forte;
  • una solidità finanziaria che consente di effettuare investimenti di una certa portata;
  • un bacino di utenza già fidelizzato;
  • l’accesso a risorse di marketing a prezzi privilegiati;

ecc…

Ricorda, qualsiasi aspetto della tua azienda è un punto di forza se e solo se ti porta un reale vantaggio. Ad esempio, se tutti i tuoi competitor forniscono prodotti di alta qualità anche tu dovrai fare altrettanto. Quindi farlo non è un punto di forza ma una necessità dettata dal mercato.

Weaknesses

I punti deboli (W, Weaknesses) sono tutti quei fattori che penalizzano lo sviluppo del tuo progetto o che la concorrenza svolge meglio di te.

In questo caso la regola fondamentale è essere onesti con se stessi. Non esiste progetto o azienda priva di punti deboli. Un’analisi SWOT è efficace solo se raccogli tutte le informazioni di cui hai bisogno. Quindi, è meglio essere realistici e affrontare al più presto eventuali verità spiacevoli.

Esempi di punti deboli possono essere esattamente quelli opposti ai punti di forza, ossia:

  • brand debole o inesistente;
  • risorse finanziarie limitate;
  • nessun bacino di utenza;
  • reputazione online scarsa o inesistente;

ecc…

I punti deboli, come i punti di forza, sono caratteristiche intrinseche della tua organizzazione, quindi concentrati su persone, risorse, sistemi e procedure. Pensa a cosa potresti migliorare e al tipo di pratiche che dovresti evitare.

Come ti vedono gli altri attori del tuo mercato? Notano punti deboli che invece tu non vedi? Prenditi del tempo per esaminare come e perché i tuoi concorrenti stanno facendo meglio di te. Cosa ti manca? Valuta tutte le contromisure.

Opportunities

Le opportunità (O, Opportunities) sono tutti quei fattori esterni che se sfruttati offrono la possibilità di ottenere vantaggi. Esempi di opportunità sono:

  • pochi competitor nella tua area di interesse;
  • necessità emergenti per il tuo prodotto o servizio;
  • normative che impongono l’utilizzo dei tuoi prodotti o servizi;

ecc…

Solitamente per trovare le opportunità si parte dalla Unique Selling Proposition, ossia da ciò che ti rende unico rispetto ai competitor, e si analizzano i bisogni di mercato non ancora soddisfatti.

A quel punto si approfondiscono le richieste dei consumatori e si trova un modo per poterle soddisfare. Questo consente all’attività di ottenere profitti extra, acquisire un ulteriore vantaggio sulla concorrenza e guadagnare un posizionamento differenziale.

Quindi chiediti: di quali interessanti tendenze di mercato sei a conoscenza, grandi o piccole, che potrebbero avere un impatto positivo se sfruttate? Naturalmente potrai utilizzare dei tool o consultare banche dati settoriali per identificare un trend. Molte volte la tendenza arriva dall’estero ed intercettarla potrebbe tramutarsi in un grande vantaggio.

Dovresti anche fare attenzione ai cambiamenti nella politica del Governo relativa al tuo settore. Non solo, anche nei cambiamenti dei modelli sociali e negli stili di vita che possono generare interessanti opportunità.

Threats

Le minacce (T, threats) sono tutti quei fattori esterni che possono influire negativamente sul raggiungimento degli obiettivi. Esempi di minacce sono:

  • normative che bloccano o limitano fortemente il settore di appartenenza del tuo progetto;
  • cambiamento repentino delle esigenze di mercato;
  • il peso del regime fiscale;

ecc…

Essendo fattori esterni non è possibile controllarle ma prevederle aiuta a trovare ed adottare sistemi di prevenzione in grado di limitare l’impatto sul business qualora si verificassero.

È fondamentale anticipare le minacce e agire contro di esse prima di cadere nella loro trappola.

Chi ha inventato l’analisi SWOT?

Le origini della tecnica di analisi SWOT sono attribuite ad Albert Humphrey, che ha guidato un progetto di ricerca presso la Stanford University negli anni ’60 e ’70 utilizzando i dati delle migliori aziende.

L’obiettivo era identificare il motivo per cui la pianificazione aziendale falliva. La ricerca risultante ha identificato una serie di aree chiave e lo strumento utilizzato per esplorare ciascuna delle aree critiche è stato chiamato analisi SOFT.

Humphrey e il team di ricerca originale hanno utilizzato le categorie “Ciò che è buono nel presente è un punto di forza (Strenght), il bene in futuro è un’opportunità (Opportunity); il male nel presente è un errore (Fault) e il male nel futuro è una minaccia (Threats).”

Successivamente nel 1964 la F di Fault venne cambiata e sostituita con la W di Weaknesses (debolezze), dando origine così alla parola SWOT.

Perché è importante fare un’analisi SWOT?

I vantaggi di condurre un’analisi SWOT sono molteplici e tutti convergono sull’obiettivo di prendere decisioni sulla base di dati e ridurre il rischio di fallimento del progetto. Effettuando un’analisi SWOT ti sarà possibile:

  • avere un’idea schematica e globale del tuo progetto imprenditoriale;
  • indagare il mercato;
  • individuare opportunità di espansione;
  • sviluppare obiettivi e strategie di business per raggiungere il successo.

L’analisi SWOT offre una prospettiva accettabile dei tuoi punti di forza e ti consente di espanderli per raggiungere i tuoi obiettivi aziendali.

Ti fornisce, inoltre, un’anteprima delle opportunità che ti attendono. Ti aiuta a esaminare minacce immaginabili per la tua attività e ad implementare sistemi di prevenzione fondamentali.

L’analisi SWOT ti consente, inoltre, di realizzare strategie di marketing più precise e soprattutto con la consapevolezza del mercato.

Quando fare l’analisi SWOT?

L’analisi SWOT viene utilizzata nel momento in cui un’azienda deve valutare un progetto nei dettagli e capire quale può essere il suo potenziale. Insomma uno strumento che permette di prendere decisioni di tipo strategico.

La matrice SWOT dev’essere intesa come un supporto per le diverse organizzazioni che sono tenute a prendere una decisione e quindi a considerare i vari fattori che potrebbero influenzare tale scelta.

La sua efficacia si misura sulla base di una lettura approfondita delle informazioni che si prendono in analisi. Pertanto occorre realizzarla prima di passare all’atto pratico in quanto analisi preliminare e parte integrante del piano marketing.

Come fare un’analisi SWOT

Passiamo alla parte pratica. Ti sei finalmente fatto convinto che l’analisi SWOT è fondamentale per il bene del tuo progetto e dei tuoi fondi di investimento e vuoi iniziare a farla. Procediamo per step:

Prendi un foglio A4 da dedicare all’analisi e riporta il nome del tuo progetto con annesso l’obiettivo. Esempio “e-commerce per la vendita di calzature su misura” oppure “lancio del prodotto X sul mercato Y”;

Disegna una griglia suddivisa in quattro parti. I due riquadri in alto identificheranno i fattori interni, quelli in basso i fattori esterni.

Procedendo in senso orario e partendo dal riquadro in alto a sinistra, assegna le lettere S, W, T, O.

Effettua un’analisi di mercato e un’analisi dei competitor. Utilizza tool come SEMRush e SEOZoom per effettuare un’indagine sulle ricerche online; tool come Google Trend per verificare le tendenze sui diversi mercati; altro tool interessante è il Global Market Finder di Google; fonti come banche dati ufficiali per ricavare dati circa i volumi in termini di profitti;

Inizia elencando i punti di forza del progetto nel riquadro S. Prosegui con i punti di debolezza nel riquadro W. Successivamente sviluppa i tuoi punti di forza per trovare nuove opportunità di business compilando il riquadro O. Infine elenca le possibili minacce al tuo business nel riquadro T.

A questo punto non rimane che trarre le tue conclusioni. Analizza il diagramma SWOT finito. Assicurati di notare se i lati positivi superano quelli negativi. In tal caso, può essere una buona decisione realizzare il progetto. In caso contrario, potrebbe essere necessario apportare modifiche o abbandonarlo del tutto.

Domande utili per identificare i punti di forza

Di seguito ti riportiamo alcune domande utili che ti aiuteranno a trovare i punti di forza del tuo progetto:

  • Qual è la tua Unique Selling Proposition?
  • Quali sono i tuoi vantaggi sui competitor?
  • Che risorse hai a disposizioni?
  • I tuoi clienti apprezzano i tuoi prodotti?
  • Cosa fai meglio dei tuoi concorrenti?

Domande utili per identificare i punti di debolezza

Di seguito ti riportiamo alcune domande utili che ti aiuteranno a trovare i punti di debolezza del tuo progetto:

  • Quale area del tuo progetto potresti migliorare?
  • Quali vantaggi mancano alla tua azienda?
  • Cosa fanno i tuoi concorrenti meglio di te?
  • Quali svantaggi hanno i tuoi prodotti o i tuoi dipendenti?
  • Quali altri fattori interni interferiscono negativamente con il tuo business?

Domande utili per identificare le opportunità

Di seguito ti riportiamo alcune domande utili che ti aiuteranno ad identificare opportunità di sviluppo per il tuo progetto:

  • Potrebbe il clima politico/economico attuale incentivare lo sviluppo del tuo business?
  • Quali fattori esterni potrebbero conferirti un vantaggio?
  • Le fluttuazioni di mercato potrebbero aiutarti?
  • Queste opportunità sono stagionali o durature?

Domande utili per identificare le minacce

E per completare ti riportiamo anche alcune domande che ti aiuteranno ad identificare le minacce per il raggiungimento dei tuoi obiettivi:

  • Chi sono i tuoi competitor?
  • Quali aree del mercato sono potenzialmente dannose per il tuo business?
  • Quali trend possono influire negativamente sul tuo business?
  • Vi sono prodotti o innovazioni sul mercato che rendono il tuo progetto obsoleto?

Esempio pratico di analisi SWOT

Di seguito riportiamo un esempio di analisi SWOT effettuata per un progetto e-commerce per la vendita di componenti elettromeccanici di nicchia di uno specifico brand nel mercato B2B.

Punti di forza identificati:

  • Distributore europeo certificato per il brand produttore dei componenti elettromeccanici in oggetto;
  • Miglior prezzo garantito;
  • Spedizione gratuita a prescindere dall’ordine;
  • Reso gratuito entro 30 giorni;
  • Supporto tecnico da tecnici autorizzati dal brand produttore;
  • L’azienda proprietaria dell’e-commerce gode di un’ottima reputazione nel suo settore ed è tra le più competenti in ambito europeo;
  • Budget di investimento medio;
  • E-commerce verticale sui prodotti del brand produttore.

Punti di debolezza identificati:

  • Brand inesistente;
  • Nessuna storia online del brand;
  • Competitor con uno storico importante alle spalle.

Opportunità di mercato individuate:

  • Espansione in tutta Europa data la crescente domanda e la quasi totale assenza di competitor verticali;
  • SEO: i principali competitor individuati non godono di un grande trust ed è possibile superarli grazie alla specificità del progetto;
  • Alcuni dei competitor sono reseller dei prodotti forniti dalla stessa azienda proprietaria del progetto;
  • L’azienda produttrice non rivende sui marketplace prodotti che potrebbero interessare i consumer; è possibile far leva su questo per ampliare il profitto complessivo utilizzando i marketplace per il ramo B2C.

Minacce individuate:

  • Il brand proprietario dei prodotti potrebbe decidere di vietare le vendite online;
  • Amazon potrebbe interessarsi alla vendita dei prodotti anche nel mercato B2B;
  • Nascita di nuovi competitor certificati.

Alla fine grazie ad un’analisi dei ricavi per singolo prodotto, ai costi variabili e fissi ed alle stime dei risultati delle campagne pubblicitarie realizzate in funzione degli studi dei punti cui sopra, il committente ha deciso di realizzare il progetto e di investire in web marketing un capitale superiore a 50.000 euro per il primo anno.

Adesso che hai ben chiaro come si sviluppa un’analisi SWOT, non ti resta che sviluppare la tua.

Conclusioni

In questa guida abbiamo affrontato il tema analisi SWOT in tutte le sue parti. Abbiamo esaminato come fare un’analisi SWOT, con tanto di esempio pratico e template pronto da utilizzare.

Ribadiamo che questa analisi è fondamentale per il benessere di un’attività imprenditoriale ed è parte integrante di un piano di marketing ben fatto. La buona riuscita dell’analisi consente di prendere decisioni strategiche per il raggiungimento concreto degli obiettivi.

Se hai capito l’importanza dell’analisi SWOT ma non hai tempo per farla, contattaci adesso per richiedere una consulenza. Saremo lieti di offrirti la nostra professionalità al servizio del tuo progetto di business.

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Social Media: faccio io che c’è vo!

Un solo, semplice, enorme motivo per non affidare le tue comunicazioni Social al CUGGINO.

Qualcuno potrebbe pensare che la cosa peggiore possibile da fare con i Social, in questo momento storico, per la sua attività, sia NON USARLI. Come già ti ho ribadito, se non esisti sui Social la tua attività non esiste. O è chiusa. Oppure è morta, all’utente Social questo non interessa. Se non ci sei non compra da te. Punto.

Ma osservando a fondo la questione c’è qualcosa di MOLTO PEGGIO che non esistere.

Ed è peggio perché non solo non permette ai tuoi potenziali clienti di trasformarsi in clienti veri, ma anche e soprattutto perché fa vera e propria pubblicità diretta i tuoi più diretti concorrenti.

Avere le Pagine Social Aziendali gestite da un parente, un conoscente o un amico (che da qui in avanti, per comodità di narrazione, definiremo CUGGINO), da Web Agency Fuffa o, persino, direttamente da te stesso perché supponi di avere dei vantaggi è davvero rischioso.

Ho personalmente visto questa situazione fin troppe volte, e quando ho domandato il motivo di questa scelta i “perché” sono stati dei più disparati. Ecco, sui perché c’è veramente una lunga lista da siglare. Nel corso degli anni ne ho sentite di ogni tipo e colore. Voglio farti un elenco delle motivazioni più bizzarre che hanno cercato di rifilarmi:

  • Mio Cuggino ha studiato grafica.
  • Mio Cuggino è bravo col computer.
  • Mio Cuggino gioca sempre ai videogiochi, lui ne capisce.
  • Mio Cuggino mi mette su le foto.
  • Mio Cuggino lo fa gratis.

Ora non voglio tediarti sui motivi per cui uno che ha studiato grafica ed è bravo con i Videogiochi non è esattamente indicato per seguire la tua pagina, ma vorrei essere un po’ più tecnico. Perché, assodato che queste 50 sfumature di Cuggino NON POSSONO essere efficaci perché carenti di formazione e preparazione specifica, io voglio metterti in guardia sulle conseguenze del far fare anche tu questo duro lavoro a tuo Cuggino.

E sono conseguenze NEFASTE. TERRIBILI.

Uno sciame di cavallette sul tuo business!

Permettimi di usare una metafora: una volta la vetrina di un negozio su strada era la sua migliore arma per acchiappare clienti. Aveva un bacino di qualche decina, centinaia o migliaia (in base alla zona) di potenziali clienti al giorno che passavano di lì, pronti ad osservare i pezzi esposti.

Allestire una vetrina era (ed è tutt’ora) una declinazione potente del Marketing: la vetrina emana un messaggio e punta a colpire il passante abbastanza da farlo entrare, guardare e magari comprare.

La vetrina è sempre allestita dal personale del negozio o dai titolari. È uno strumento talmente importante che non verrebbe mai lasciato in mano ad una persona che non lavora in quel negozio, se non quando lo si lascia in mano ad un esperto.

I Vetrinisti professionisti in Italia sono moltissimi e sono addirittura regolati da un albo. Una cosa serissima, capisci? Hanno norme, criteri d’ammissione, docenti, ecc.

I Social sono la vetrina del tuo negozio. Solo che, a prescindere da dove sia realmente ubicata la tua attività, i “passanti” non sono poche decine o centinaia. Sono potenzialmente 3 miliardi, decina più decina meno.

Ora, di fronte ad un mercato GIGANTESCO ed in COSTANTE CRESCITA tu hai l’opportunità di avere una vetrina che può potenzialmente colpire l’attenzione di tutti e farli entrare nel tuo “negozio”. E la affidi a tuo Cuggino perché è bravo ai videogiochi o perché smanetta su internet? O, peggio, a liberi professionisti che la buttano sul prezzo più basso o a web agency che non conoscono minimamente l’argomento “Marketing & Business”?

Già quello che ti ho appena scritto qui sopra basterebbe a farti capire che, affidarti al CUGGINO, è una pessima idea, ma c’è di più!

Esiste un meccanismo MOLTO SEMPLICE che accomuna tutti noi. Quando qualcosa ci stimola l’interesse, come per esempio un Post su un Social, abbiamo due possibili strade da seguire: COMPRIAMO oppure CERCHIAMO ALTERNATIVE “MIGLIORI”.

Ciò che determina la nostra scelta è totalmente dipendente da come è fatto ciò che ha attirato la nostra attenzione e ci ha stimolato un desiderio o fatto emergere un bisogno. Ovvero, se il Post in questione è fatto bene, mi fermerò su quello e comprerò. Se è fatto male, cercherò un’alternativa (più economica, più vicina a casa, più simile alle mie aspettative, ecc).

Se affidi la gestione dei social a tuo CUGGINO fai pubblicità alla tua concorrenza diretta!

Impieghi tempo, energie e denaro per dirottare i tuoi potenziali clienti al tuo concorrente più vicino. Non so se mi sono spiegato bene.

Facciamo l’esempio di un Ristorante. Un bel ristorante al Mare che cucina solo pesce freschissimo di qualità elevatissima, con uno Chef emergente che fa mangiare la polvere a Carlo Cracco, con impiattamenti che farebbero tremare d’invidia Gordon Ramsey e con dei prezzi talmente buoni che non andarci a mangiare è pura follia.

Poniamo che ci sia Attilio che ha appena fatto arrabbiare sua moglie perché si è fermato al bar dopo il lavoro e sta sul divano a scorrere FB per non sentire gli improperi disgustati della sua dolce metà.

Mettiamo che il Ristorante di Pesce Supersonico abbia fatto una Sponsorizzata su FB ed abbia messo a Target “mariti con le mogli che urlano” e quindi la pagina passa sullo schermo di Attilio.

Immaginiamo ora Attilio, che sta cercando un modo per zittire sua moglie senza commettere reati e che, dopo aver visto la Sponsorizzata, gli si illumina la lampadina nel cervello, così decide di riparare al danno portando la moglie a mangiare il pesce proprio questa sera.

Ora supponiamo però che quel Ristorante Megagalattico sia di proprietà di un signore distinto, una brava persona, che però non usa i social e quindi non sa che errore ha commesso ad affidare i Post e le Sponsorizzate delle sue pagine al CUGGINO, grande appassionato di serie TV, che però guarda col Computer quindi è uno che ci sa fare.

Mettiamo ora che Attilio abbia detto alla moglie “cara, stasera ti porto fuori a cena” e la moglie, ovviamente, abbia PRIMA voluto vedere dove. Quindi Attilio, passatole il telefono, si aspetta di aver messo a tacere il diverbio già così. Solo che … la pagina del Ristorantone Turbospeciale è in mano ad un CUGGINO, non ad un professionista. I post non fanno capire molto, sono confusi. Le foto sono orribili. La pagina è mezza morta, con uno spicchio di post al mese. I testi scritti in italiano adolescenziale. Non si trova il numero di telefono. Non si può prenotare su MSN.

Cosa pensate che farà la moglie di Attilio (oltre ad urlare ancora un po’)? Cercherà un altro ristorante. Magari un ristorante con lo Chef appena uscito dalle scuole superiori. Il pesce congelato. L’impiattamento da osteria. I prezzi troppo alti. Ma la pagina di questo ristorante è gestita da un professionista. Le informazioni arrivano subito. I testi sono ben fatti. Le foto fanno venire l’acquolina in bocca. Basta sfiorare il tasto di contatto ed hai già prenotato il tavolo.

Dove pensi che andranno a cena questi due? Avrai già intuito dove voglio andare a parare.

Spendi i soldi per regalare clienti al tuo peggior nemico!

Così è chiaro vero? Quindi il ragionamento è davvero semplice. Se vuoi che il Web funzioni lo devi prendere a Mazzate. E se ti organizzi male quelle Mazzate ti tornano indietro e ti fai davvero davvero male.

Se hai un’attività hai tre sole strade possibili:

  1. Lasci perdere il Web e speri che la fortuna ti salvi dal “fallimento” (prova col gratta e vinci);
  2. Gestisci tu personalmente le tue comunicazioni Social (Auguri, che Dio ti salvi!);
  3. Affidi la gestione delle tue pagine a NOI CHE LO FACCIAMO DI MESTIERE e che faremo esplodere il tuo business.

L’importante è che tieni, comunque, tuo CUGGINO fuori da questa storia.

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Vuoi farti fare il Sito Web da tuo “Cuggino”?

Noi realizziamo siti web NON a livello amatoriale. NON a tempo perso, ma è da un bel po’ di anni che siamo un’azienda professionale e strutturata. Siamo persone che, quindi, a siti web ci campano. Non sto parlando di un dopo lavoro serale, ok?

Vorrei farvi conoscere tutto il bello del nostro mestiere, ma purtroppo mi sento obbligato a raccontarvi qualcosa di brutto che, oramai troppo spesso, sta avvenendo nel nostro settore.

 Ho deciso di soffermarmi su un aspetto che potrebbe sembrare persino surreale, ma che invece – ahimè – corrisponde proprio al vero. Sinceramente, siamo arrivati ad un livello assolutamente inaccettabile, quindi urge immediatamente un chiarimento ufficiale.

Cosa risponderesti se io ti chiedessi: “Secondo te, quali sono i nostri competitors più agguerriti nel mercato?”.  Molto probabilmente mi diresti: “Aziende più grandi e maggiormente strutturate.” NO, risposta sbagliata!

La nostra concorrenza si riassume con queste categorie di persone:

  • Ex dipendenti che si sono messi in proprio e tentano di rubarti i clienti;
  • Liberi professionisti che la buttano brutalmente sul prezzo ultra scontato;
  • Improvvisati e dilettanti, altresì identificati come “i CUGGINI” che si mettono a disposizione per poche ore a titolo di favore personale o per pochi soldi.

Si, rigorosamente con la doppia GG identificativa. Un po’ come Demi Moore e la “A” nella Lettera Scarlatta. Se lo conosci lo eviti. Se non lo conosci è meglio.

Dicesi “CUGGINI” tutti quegli amici, parenti o lontani conoscenti che svolgono un’attività lavorativa:

– a tempo perso;
– di cui ne conoscono solo una (minima) parte (e male);
– in forma non (ufficialmente) retribuita;
– appena hanno un paio d’ore libere la sera.

Adesso prova a far mente locale. Scommetto che anche tu, almeno una volta nella vita, per qualcosa hai fatto ricorso al “CUGGINO CHE TE LO FA AGGRATIS” di turno.

+ Tinte alla casa?

+ PC da sistemare?

+ Volantino per un festino di compleanno?

Se in attività di poco conto o comunque di relativa rilevanza la cosa ci può stare, in situazioni ben più importanti a volte GLI ESITI POSSONO ESSERE A DIR POCO DISASTROSI E DIFFICILMENTE RIPARABILI.

Torno quindi a puntare l’obiettivo sulla realizzazione di un sito web e vediamo cosa potrebbe combinare un CUGGINO in situazioni assolutamente normali in un ambito lavorativo.

Casi di ordinaria amministrazione

  1. Tuo CUGGINO si ammala.

Se hai delle date di consegna ben definite, magari con step di lavoro già ufficializzati, di certo non potrà lavorare e portare avanti il lavoro. Si ferma lui. Si ferma tutto.

Situazione impossibile per un’azienda ben strutturata. Più persone sanno portare avanti lo stesso lavoro secondo protocolli standardizzati e processi produttivi ormai oliati. Insomma, se ti si infortuna un giocatore non puoi restare in 10. Il sostituto è già caldo e pronto ad entrare in campo.

  1. Carico di lavoro improvviso.

Che succede se rispetto al lavoro previsto vengono aggiunte forzatamente delle nuovi fasi di lavoro o degli sviluppi che comunque non possono far slittare la data di consegna?

Il cuggino ha solo 2 scelte:

+ abbandonare il lavoro e lasciarti in una situazione poco piacevole;

+ lavorare anche la notte con la speranza di farcela e facendo perdere anche a te il sonno;

In azienda tutto questo capita più spesso di quello che si pensi e viene facilmente gestito aggiungendo ovviamente risorse in più rispetto a quelle già previste nel progetto iniziale.

  1. Una consegna sbagliata.

Tuo cuggino pensava di aver capito una cosa, ma in realtà doveva consegnarne un’altra. Spesso, se conosci male una materia, è facile prendere fischi per fiaschi. E adesso che si fa? E se i grandi capi dell’ultimo piano decidessero di citarlo per danni?

Un’azienda strutturata e competente si salva anche questa volta per almeno 3 motivi:

– non capisce fischi per fiaschi;
– è assicurata nel caso capitino comunque malintesi di questo tipo;
– metterebbe comunque in campo ogni risorsa per mediare all’errore con tante scuse nel minor tempo possibile.

Il gioco vale davvero la medaglia? Ho fatto solo 3 esempi. Avrei potuto proseguire ancora per trovarne molti altri, ma quello che volevo farti capire è il senso della cosa.

La realizzazione di un sito web necessita di un progetto serio con sviluppo, assistenza e supporto di un certo livello, devi quindi affidarti a QUALCUNO CHE SAPPIA DIMOSTRARSI ALL’ALTEZZA DELLA SITUAZIONE.

“Se pensi che affidarti a dei professionisti ti costi molto, è perché non hai idea quanto ti costerà mettere la tua azienda nelle mani di un dilettante …”

Dopo questa lettura, da che parte hai deciso di stare allora? Dalla parte di quello che chiama suo CUGGINO o che affida la realizzazione del suo sito web a noi? Scegli ora e fidati del tuo istinto!

Se deciderai di affidarti al “CUGGINO” (che magari “TE LO FA AGGRATIS”) sappi che i risultati sono quasi sempre molto deleteri. Così facendo, rischierai di buttare dei soldi perché la qualità del lavoro finale non potrà mai essere paragonata al lavoro realizzato da noi.

Tra gli svantaggi, che avrai facendo realizzare il sito web a tuo CUGGINO, ci sono:

Grafica errata

Le competenze grafiche sono un aspetto di grande rilievo nella realizzazione di pagine web. A meno che non si sia esperti di graphic design, è necessario doversi rivolgere a noi che siamo professionisti del settore per ottenere dei buoni risultati.

Mancanza di un’ottimizzazione SEO

Difficilmente il CUGGINO ha anche competenze tecniche in ambito SEO. In questo caso, infatti, viene meno un aspetto davvero fondamentale, cioè l’ottimizzazione del sito per i motori di ricerca. Gli utenti faticheranno, così, a trovarti su Google.

Difficoltà a completare il lavoro in tempo

il rischio di “rivolgersi al CUGGINO” è che i tempi richiesti per la realizzazione del sito si dilatino inesorabilmente. Infatti, nella maggior parte dei casi, la persona in questione, lo farà nel tempo libero. Questo andrà sicuramente a tuo discapito. Nei peggiori dei casi, invece, chi ha cominciato a creare un sito internet non lo termina neppure, a causa delle numerose difficoltà che si incontrano nel cammino.

Mancanza di risultati

La tempestività e il corretto uso degli strumenti, sono di importanza cruciale e strategica. Per questo, a meno che non si abbiano abilità specifiche o molto tempo a disposizione, è difficile che la realizzazione di un sito eseguita da chi non è del mestiere possa portare ad avere risultati concreti.

Se anche tu sei alle prese con la creazione di un sito web, lasciati guidare da noi che siamo professionisti preparati e affidabili e che ti garantiscono un lavoro di qualità.

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Anatomia di un “Commerciale 4.0”

Sono sinceramente convinto che “un vincente fa tesoro dei cambiamenti per migliorare a livello personale e lavorativo e differenziarsi dai concorrenti”.

Il commerciale 4.0 sa che l’acquirente “moderno” scandaglia il mercato – ormai globalizzato – alla ricerca di informazioni su prodotti e servizi, quindi è consapevole di dover essere aggiornato e preparato, se vuole garantirsi il successo. Non bastano più le conoscenze superficiali sulle tecniche di vendita e le nozioni basilari del business; il commerciale, oggi, deve rispecchiare l’acquirente e tenerne il passo. Se non possiede abbastanza informazioni, ha l’obbligo “morale” di aggiornarsi e documentarsi con tutti i mezzi a sua disposizione e pianificare una strategia commerciale a 360°.

I Clienti, nonostante l’ampia e variegata concorrenza di Internet, tendono a preferire – ove possibile – il contatto umano, il rapporto diretto con chi si prenderà cura di loro e cercherà – sempre – di accontentare le loro richieste e risolvere i loro problemi.

Il commerciale 4.0 deve sempre ricordarsi di essere – a sua volta – anch’egli un cliente, pertanto non deve mai perdere la capacità empatica di immedesimarsi nell’acquirente, cercando di anticipare e comprendere le sue scelte e “prevedendo” le sue necessità.

Un commerciale 4.0 non è un venditore: è un professionista che ama incontrare persone, conoscerne storie e aspettative e conquistarne la fiducia, per poi mettere a loro disposizione tutte le proprie competenze ed energie.

Un valido commerciale 4.0 deve “farsi sentire al di sopra del rumore” e distinguersi, fornendo sempre dettagli e informazioni – distillate e concise – incisive ed efficaci, che aggiungano valore al prodotto o servizio di cui si fa promotore per fornire una offerta che sia “on target” con la domanda. Non deve essere impositivo ed invadente, ma deve saper comprendere quali siano i tempi giusti per presentare, suggerire o illustrare una proposta in maniera efficace.

Soprattutto, un commerciale 4.0 deve saper “metterci la faccia” per conquistare la fiducia del cliente, senza mai dimenticare che egli rappresenta il volto dell’azienda, di cui è necessario fornire la migliore immagine possibile. Egli istintivamente parla dell’azienda per cui lavora come se fosse una sua “creatura”, si fonde con essa e ne abbraccia completamente lo spirito. Solo in questo modo – credendo sinceramente nel valore del prodotto e nella filosofia che ne anima il produttore – il commerciale 4.0 svolge al meglio la propria missione.

Non dimentichiamo, però, che, se l’azienda lavora, produce e vende su basi statistiche, il commerciale 4.0 calibra le proprie strategie di vendita sulle persone che incontra e con cui si deve rapportare: non esiste una tecnica perfetta, vendere non è un’operazione matematica. Nella vendita di un prodotto o un servizio il “come” vale più del “quanto”: questo è un concetto basilare che ho acquisito – e che si è profondamente radicato in me – durante le mie esperienze professionali.

Commerciale 4.0: si nasce o si diventa? Entrambe le opzioni sono valide.

Sicuramente, tra le qualità di partenza necessarie ad un commerciale 4.0 ci sono una personalità forte e decisa – che non soccomba di fronte a quella del Cliente –, una grande motivazione e una netta propensione alla vendita. In aggiunta, non guasta possedere quel “quid” accattivante e speciale che porti l’acquirente a sceglierlo, a fidarsi di lui e, soprattutto, a fidelizzarsi nel tempo … insomma, a “non mollarlo più”.

La vendita è un processo creativo e dinamico, risultato di competenze, preparazione e abilità, ma derivante anche dall’essere dotati di un carisma particolare, un talento speciale che diversifichi dai concorrenti: la “diversità” è una virtù, un valore aggiunto, una qualità preziosa.

Oltre a queste propensioni innate, il commerciale deve sentire costantemente la spinta a crescere e migliorarsi, a raggiungere sempre nuovi obiettivi e migliori risultati. Dedizione, ambizione, motivazione, spirito di iniziativa, voglia di imparare: insieme agli insegnamenti di buoni maestri, queste sono le doti imprescindibili per chi vuole intraprendere questa carriera.

Per salire al livello successivo e diventare un “buon” commerciale 4.0, un vero punto di riferimento per il Cliente e un valore aggiunto per  l’Azienda, in seguito è necessario attuare le uniche strategie possibili ed efficaci: studiare l’azienda, il prodotto,  il mercato e la concorrenza; osservare il lavoro dei superiori e dei colleghi; affinare costantemente le tecniche di vendita.

Il commerciale 4.0, in sintesi, per raggiungere gli obiettivi personali e professionali che si è prefissato deve diventare importante e insostituibile, anche a costo di anteporre la soddisfazione del Cliente alla propria, le sue necessità alle proprie. Per portare a termine la vendita, deve essere pragmatico, diretto, “task-oriented”, senza però tralasciare di esercitare le proprie doti empatiche e umane. Non deve mai dimenticare, infine, che “essere” un commerciale non corrisponde a “fare” il commerciale: è un compito che richiede ben più della capacità di vendere un prodotto – che resta comunque la finalità principale –, ma coinvolge la persona a 360°, la quale deve mettere in gioco e dimostrare le sue migliori attitudini e qualità.

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